Buongiorno Notters!
Come avete trascorso queste feste?
Beh, io tra pranzi, cene, cibo a non finire, e sono sicura che anche per voi sia stato così 😉
Ma quello che ha arricchito il mio Natale è stata la lettura che vi racconterò oggi: ”Chymera” di Sabrina Williams.
Curiosi? Leggete qui!
TITOLO: Chymera
AUTORI: Sabrina Williams
GENERE: Romance
EDITORE: Self-Publishing
DATA PUBBLICAZIONE: 14 dicembre 2019
PAGINE: 134
FORMATO: ebook – cartaceo
PREZZO: 0,99€ – 10,00€
SINOSSI
“L’amore che ho provato mi ha umiliata e ferita, ormai non mi interessa più… Mi bastano Marco e Davide per andare avanti giorno per giorno. Non posso permettere di esporre i miei bambini a un nuovo pericolo: non abbiamo bisogno di un altro uomo che giochi a fare Dio con le nostre vite.”
Laura è una donna segnata dalla violenza e dalla morte prematura del marito, la cui mano le ha lasciato segni indelebili nel corpo e nell’anima. La scomparsa di Giacomo coincide con l’inizio di una nuova esistenza per lei, per il piccolo Marco e per Davide, non ancora nato. L’unico amore che riesce a comprendere ormai è solo quello verso i suoi figli, il resto è una chimera.
“Non posso farmi coinvolgere dai sentimenti in queste circostanze. Devo mantenere la lucidità, essere padrone di me stesso per diventare ciò di cui ha bisogno ora. Anche se Giacomo non c’è più, Laura sarà per sempre la sua donna, mai la mia.”
Antonio è distrutto per la perdita del suo migliore amico ma il suo cuore non vuole ascoltare la ragione: Laura è la sua chimera e sente che il sentimento che nutre da tempo per lei ora può dispiegare le sue ali. Il senso di colpa non gli permette di farsi avanti fino al momento in cui scopre una verità amara e difficile da digerire. Tutto verrà messo in discussione e la voglia di conquistare e aggiustare il cuore della donna che ama tornerà prepotentemente e lo porterà a delle scelte che mai avrebbe immaginato di poter prendere. La forza del suo amore basterà a fargli raggiungere il suo intento? E se il destino ci mettesse il suo zampino e scombinasse ancora una volta le carte?
RECENSIONE
***ATTENZIONE, POSSIBILI SPOILER***
Nel linguaggio contemporaneo il termine “chimera” viene utilizzato per descrivere un’utopia, un qualcosa di irrealizzabile.
Inseguire una chimera vuol dire rincorrere qualcosa che non potrà mai diventare realtà, un qualcosa che è per noi una pura e semplice illusione.
Per Laura, questa utopia, è la propria vita.
Un’esistenza che porta avanti con la forza di un leone e la fragilità di un farfalla.
Un’esistenza che la costringe a lottare con i pugni e con i denti, per trovare ogni giorno la forza di rialzarsi.
Un’esistenza resa tale solo grazie all’amore che da e riceve dai suoi figli, l’unico vero amore della sua vita.
Già, perché questa esistenza non è stata tanto clemente con Laura, una donna pura, genuina e semplice che è stata costretta a vivere orrori.
Una donna intrappolata nel proprio matrimonio, quell’Unione che dovrebbe consacrare un’amore eterno, e che invece l’ha condannata ad una vita di espedienti, rinunce e ferite, che le hanno per sempre reciso l’anima.
Laura è la classica donna del sud, devota alla famiglia, che per amore del marito ha accettato di seguire lui stesso e il proprio lavoro al nord, cambiando radicalmente la propria vita.
Giacomo è un militare, un uomo che ha prestato la propria, di vita, al nostro Paese.
Un uomo valoroso, direte voi!
E invece era giornalmente il carnefice di Laura.
Era la sua paura.
Era la sua ansia.
Era la sua rabbia.
Era la sua delusione.
Era il suo sentirsi sporca.
Era il suo sentirsi sbagliata.
Era un amore malato, che in realtà non era amore ma mero possesso.
Era le botte che prendeva.
Era gli insulti che le profilava ogni sera.
Era ogni cicatrice ed ogni livido di questa donna.
Ed era un uomo, che muore facendo ciò che sa fare: servire il proprio Paese.
“«Buonasera, parlo con la signora Renzi?» Una voce che non riconosco mi ha chiamato con un numero anonimo.
[…] «Sì, sono io. Con chi parlo?» chiedo seriamente preoccupata, in quanto un call center qualsiasi non potrebbe mai conoscere il cognome di mio marito e si occupa Giacomo di tutto per cui… «Signora, sono il colonnello Arturo Brandi. La sto contattando dalla Farnesina per informarla che il contingente in Iraq in cui era di stanza suo marito ha subito un attacco e lui, al momento, risulta tra i dispersi. Mi addolora moltissimo darle questo ragguaglio. Purtroppo, le notizie che ci arrivano sono frammentate e la ricontatteremo non appena ne avremo di precise. Ci sembrava d’obbligo che fossimo noi a informarla dell’accaduto piuttosto che ne venisse a conoscenza tramite la stampa.»
Il mio cervello, una volta registrato che Giacomo è disperso chissà dove in quella landa desolata, si è spento e ho fatto fatica a comprendere ciò di cui parlava l’affranto colonnello.
[…] «Salve signora Renzi, sono il colonnello Brandi» parla l’ufficiale con voce roca. «Ha notizie di mio marito?» chiedo immediatamente. «Sono rammaricato nel comunicarle che non ci sono superstiti nell’unità di suo marito.»
Qualsiasi moglie sarebbe morta dentro.
Si sarebbe disperata, avrebbe pianto tutte le sue lacrime e avrebbe chiesto al destino… perché?
Avrebbe urlato a squarciagola quanto la vita sia ingiusta e avrebbe odiato questo dannato mestiere.
Ma non Laura. Laura, nella morte del marito, vede un piccolo spiraglio di luce.
Vede una possibilità di salvezza. Vede la possibilità di rinascere come donna, come madre. Vede la possibilità di cambiare la propria vita è quella dei suoi figli, che ha sempre protetto dalle angherie subite da quell’uomo, che Laura negli ultimi anni non riconosceva più.
E sarebbe, forse, da condannare?
Laura può finalmente vivere una vita senza paura di essere presa a schiaffi se il caffè non è pronto prima che lui si svegli.
Può finalmente andare a dormire tranquilla, senza quel pensiero che le toglieva il respiro di chissà come si sarebbe svegliato lui la mattina seguente. Avrebbe potuto dedicare anima e corpo a curare le proprie ferite e a far crescere in pace i propri figli.
Con una sola promessa, però: non innamorarsi mai più. Perché l’amore, per quanto possa dare, ti toglie anche di più, se possibile.
Ed è proprio a questo punto che entra in scena Antonio.
Beh, che dirvi di lui cari Notters… preferisco che sia lui stesso a presentarsi, io forse non riuscirei a trovare parole migliori.
“[…] Devo dare fondo al mio lato sdolcinato, quello privato di cui a volte mi vergogno, che nascondo a tutto e a tutti, e tirare fuori un coniglio dal cilindro: amo la musica romantica e piango come una femminuccia davanti alle commedie stucchevoli, per questo li evito quando sono con una donna. Pare che non faccia molto figo e in un mondo fatto di cinquanta sfumature, nel quale il maschio alfa pieno di muscoli che non deve chiedere mai la fa da padrone, la vena zuccherosa non è molto apprezzata. Però devo mostrami per quello che sono se voglio che Laura si innamori di me. Non mi accontenterei soltanto di avere il suo corpo perché voglio tutto, anche la mente e il cuore. Voglio che quando mi guarda veda solo me, non il suo passato. Voglio essere il suo futuro.”
Antonio è un uomo splendido.
Un uomo con un cuore grande e puro, proprio come quello di Laura.
Un amico devoto e fedele, che non si è mai immaginato alla sola donna che abbia mai amato solo per non ferire il proprio migliore amico. Quell’amico con cui ha condiviso pensieri, emozioni, missioni… quell’amico che ora, però, Antonio non riconosce più.
E che lo ha deluso, profondamente.
“«Da quanto tempo?» mi interrompe. «Da quanto tempo, cosa?» rigiro la domanda perplessa. «Da quanto tempo ti picchiava?» chiede e scorgo di nuovo la furia nelle sue iridi. Questa volta l’anelito che viene fuori dalle mie labbra è di sconfitta e di stanchezza. Fa male sentirlo dire da un’altra persona.
[…] «Che cazzo! Ma chi era quell’uomo? Come hai fatto a permettere che accadesse tutto questo? Non hai pensato di chiedere aiuto?» comincia con una sfilza di domande interminabili che interrompo alzando una mano.
[…] «Ero il suo migliore amico. Magari avrei potuto farlo ragionare! Non lo so nemmeno io… in questo momento mi viene soltanto da vomitare se penso a lui…» parla distrutto, ancor di più rispetto a quando ha saputo della sua scomparsa, come se si ritenesse in qualche strano modo responsabile per quello che mi è accaduto.”
E così, con un senso di colpa che lo soffoca fino a fargli perdere il respiro, Antonio si fa una sola ed unica promessa: prendersi cura di Laura e dei bambini, provare a regalargli una vita diversa dallo schifo che hanno sempre vissuto.
Inizia, quindi, ad intensificarsi sempre più il rapporto tra Laura e Antonio, nonché quello tra quest’ultimo e Marco, il primogenito di Laura.
Antonio sarà la loro costante: li porterà a pranzo la domenica, al parco il pomeriggio, rimboccherà ogni notte le coperte sia di Marco che di Laura, trascorrerà con loro intere serate e giornate, cibandosi e beandosi di quella strana sensazione che sente li, proprio lì, al centro del petto, e che non aveva mai sentito per nessun’altra prima d’ora.
Ci sarà quando Laura partorirà il piccolo Davide, e lo cullerà non appena sarà nato.
Antonio sarà semplicemente la chimera di Laura, e lei la sua.
Perché è una donna irraggiungibile, che ha sofferto troppo e che non aprirà mai più il suo cuore. … o forse sì?
“Chymera” è una storia ricca. Ricca di emozioni, di colpi di scena, di energia.
È una storia violenta, che colpisce nel profondo e fa credere che ci sia speranza per tutti.
È una storia che è anche una denuncia, che vuole essere un grido di aiuto per tutte quelle persone che, ogni giorno, vivono situazioni come quelle che vive Laura, ma che hanno paura di denunciare.
E forse chissà, proprio per deformazione professionale posso dire con assoluta certezza che Sabrina è stata bravissima nel trattare in modo così elegante e con rispetto, una tematica come questa, che è sulla bocca di molti, ma nel cuore di pochi.
Che dirvi Notters…
Non chiudere mai, e dico mai, gli occhi davanti a situazioni di violenza.
Non fate mai orecchie da mercante.
E anche se chi subisce violenza non ne parlerà con voi, se non si aprirà, se non denuncerà, se negherà, voi stategli accanto. Perché la presenza conta più di ogni altra cosa. Perché tutti meritano una seconda possibilità. Tutti meritano di redimersi. Tutti meritano di riprendere in mano la propria vita. Tutti meritano di vivere.
Ma soprattutto, tutti meritano di amare. Proprio come Laura!
Grazie Sabrina, per questo regalo di Natale.
Edna