Recensione di: “Nata sotto il segno della sfiga” di Sara Arenaccio

Buongiorno Notters!
Eccomi qui, in tutta la confusione del periodo, in tutto il grigiore di questo difficile momento, a portarvi un po’ di colore e (spero) qualche sorriso in più raccontandovi una lettura davvero divertente e, soprattutto, spensierata!
Ebbene si, oggi avete proprio l’obbligo di seguirmi… 😉

 


 

cover def arenaccio
TITOLO: Nata sotto il segno della sfiga
AUTORE: Sarah Arenaccio
GENERE: Romance
PAGINE: 186
DATA PUBBLICAZIONE: 05 febbraio 2020
EDITORE: Literary Romance
PREZZO: 1,99€

 

SINOSSI

Beatrice Bordin è una (quasi) trentatreenne romana, che non ha mai avuto una relazione sentimentale degna di questo nome. Il suo migliore amico, Anthony, cerca di spronarla a darsi una mossa; la classifica settimanale di Paolo Fox è, per loro, un momento irrinunciabile e si dà il caso che l’astrologo abbia previsto un nuovo anno favorevole al segno zodiacale di Beatrice, che si ritroverà a fare i conti con più di una novità. Nel giro di una giornata conosce, infatti, due uomini, Emiliano e Luca, molto diversi tra loro ma entrambi interessati a lei. Senza rendersene pienamente conto, Beatrice resta invischiata in un triangolo amoroso difficile da gestire. Dopo aver rovinato tutto con entrambi, è costretta ad affrontare la propria precarietà sentimentale, mentre la fede in Paolo Fox inizia a vacillare. Il pronostico dell’astrologo si è dimostrato fallace, e oltre a essere ancora single, Beatrice è sull’orlo del licenziamento per non aver consegnato il manoscritto a cui stava lavorando. Insomma, un disastro su tutti i fronti…

 

RECENSIONE

***Attenzione possibili spoiler***

Avete presente quelle persone buffe, goffe, che si tende ad evitare come la peste perché: “oddio, è in circolazione, chissà cosa succede oggi!”?
Sì proprio loro, quelle persone maldestre e sbadate, perennemente con lo sguardo rivolto verso il cielo e la testa lì, tra le nuvole.
Quelle che inciampano mentre camminano, che al mattino indossano la prima cosa che trovano e non importa se il verde non si abbina al viola, tanto chi dovranno incontrare mai?
Quelle persone non ancora accasate perché il loro dizionario è privo delle parole “relazione” e “seria”, prive di un’occupazione stabile e di una casa decente in cui abitare.
Le pecore nere della famiglia, insomma. images
Quelle per cui una madre si giustifica con le amiche e che, in privato, non manca mai nel farti notare ciò che ti manca, quei chili di troppo che abbracciano i tuoi fianchi perché: “Dio mio, nel 2020 indossi una 46?! Mettiti a dieta cara!”. Una madre che non manca mai nel ripetere quanto tu sia diversa da ciò che desiderava.
Beh sapete, è veramente difficile indossare i panni del “caso sociale” di famiglia.
Ogni giorno è una guerra contro le innumerevoli battutine che i tuoi cari ti riserbano, ad ogni pranzo corrisponde una seduta di yoga pomeridiana obbligatoria, per distendere i nervi che inevitabilmente si sono accavallato nel corso del pasto.
E poi ci sono loro, gli amici. Quelle fantastiche persone perennemente prive di tatto, che non si sprecano mai di farti notare dove, quando e cosa sbagli. Però ringraziamoli, loro, che sono quelli del: “lo facciamo per il tuo bene!”.

Ecco, Beatrice in realtà ci sta divinamente in questi panni.
Lei, che a trentatré anni divide ancora l’appartamento con delle studentesse ventenni.
Lei, che si è fatta fregare firmando un contratto di lavoro che non le da alcuna garanzia, se non quella di avere 600€ miseri a fine mese sul conto.
Lei, che non sa mettersi un filo di trucco e non riesce mai a domare quei ricci ribelli.
Lei, che corregge i libri degli altri, perché non ha fiducia in sé stessa per scriverne uno tutto suo.
Lei, che ha per migliore amico (a parte Anthony ovviamente) il cibo, e come peggior nemica la palestra.
Lei, che conosce benissimo i suoi limiti, le sue mancanze, le sue fragilità, le sue debolezze, il suo essere ancora immatura su certi aspetti della propria vita, come le relazioni.
Già, come vi accennavo prima, Beatrice non ne ha mai avuta una e, Santa Lò, non ha la minima idea di cosa questo comporti!
A niente servono le frecciatine di sua madre, delusa dal fatto che Beatrice non abbia ancora trovato un uomo che potesse, finalmente, farla diventare una donna ai suoi occhi.
A niente servono i numerosi rimproveri di Anthony, che non manca mai nel ricordarle i suoi anni e il suo status sentimentale. Beh, si, ma questo almeno fino a che non le presenta Luca.

Sappiamo tutti che per ogni single incallito, prima o poi, salta fuori un collega del proprio migliore amico pronto ad uscire con te, vero?
E’ quasi come un’equazione matematica a pensarci bene! Per ogni Beatrice single e irrecuperabile, c’è un Luca figo da paura e pronto a conquistarla. Un po’ come quel famoso “x=y”.
E succede proprio così, infatti, che la sera del suoi compleanno Beatrice decide di mollare la frizione delle proprie emozioni e metterle in folle…

Pur di non far svanire gli effetti dell’alcol, continuo a sorseggiare il mio drink, ma mi sporgo un po’ troppo sul tavolo e il seno destro mi scappa fuori dalla scollatura generosa. Non trattengo una risata e, nello scoppio imprevisto, sputo vodka anche dal naso. Fortunatamente non addosso a Luca, che mi aiuta a pulirmi con un fazzoletto. Resto allibita quando arriva a tamponarmi il decolleté. Lui alza di colpo lo sguardo, per verificare se mi sono alterata o meno per questo suo eccesso di zelo che lo ha portato a toccarmi praticamente le tette.download (2) È talmente vicino che decido di approfittare del mio stato d’ebbrezza per baciarlo. Così, senza pensarci. Carpe diem.

Beatrice e la sua inconfondibile sbadataggine fanno quindi un ingresso (che definirei trionfale) nella vita di Luca (o meglio nel suo letto).
Beatrice non sa, però, che un passo del genere può comportare il prendere un impegno, dedicarsi interamente a quella persona, esserci. Ed è con quella leggerezza che la contraddistingue e la rende unica così com’è, che inizia a frequentare Luca, un uomo che è stato mollato proprio sull’altare e che (forse?) è appena riuscito a raccogliere i cocci del suo povero cuore rotto.

Peccato che il giorno stesso la nostra combina-guai abbia fatto un’altra conoscenza di suo… emh, emh, gradimento ecco.
scrivere-libro-minLa nostra scrittrice a tempo perso ha conosciuto il grande Emiliano Belli, uno scrittore emergente di punta, con un sex-appeal da paura e che, Gesù, ha scritto parte dei suoi libri preferiti.
Ma sarà solo un caso il fatto che Emiliano, proprio lui, voglia lavorare con Beatrice, proprio lei?!

Cioè, Notters, sarà la sua editor… capite??
Ecco quindi che la mancata scrittrice e lo scrittore talentuoso si incontrano in un meeting di lavoro, ma che ha tutta l’aria di poter essere un qualcosa di più…

Ciao Beatrice, è stato un piacere lavorare con te, ma non ti scrivo solo per questo. C’è qualcosa di più. Non so se tu hai provato le stesse sensazioni, ma io ho avvertito una sintonia immediata con te, che va oltre l’intesa professionale. Ecco, forse mi sono sbilanciato troppo… Però mi piacerebbe conoscerti meglio, quindi che ne diresti di uscire a bere qualcosa una volta o l’altra? Non lasciarmi in sospeso, ci conto.

Beatrice è confusa. Profondamente, tristemente confusa.
Da un lato la sua X (sempre per quella questione dell’equazione, mi capite no?), dall’altro l’uomo che incarna ciò che lei vorrebbe essere e ciò che vorrebbe al suo fianco per il resto della  vita benché, sia chiaro, Beatrice non potrebbe MAI vedersi sposata e con dei figli!
Chi, lei? Che non sa badare nemmeno a se stessa? Sia mai!
E visto che lei, come ormai ben sapete, è la queen dei pasticci, perché non tenere il piedino in due scarpe e frequentare tutti e due?
Ecco quindi che la nostra Bea si ritrova da avere zero relazioni ad averne ben due!
Ma secondo voi, con un personaggio così, quanto può durare questa situazione?

Lo so lo so, avete dato la risposta giusta, non temete!
Perché tra l’incertezza di chi portare a pranzo dai genitori e alla grigliata organizzata dalle coinquiline, uno dei due ha, inevitabilmente la meglio. Beatrice si convince, almeno, che sia così.
Lei, che di relazioni non ne sa mezza, si convince di volere chi si è battuto di più (almeno all’apparenza). Si convince di essere felice, di provare emozioni forti mai provate prima, che il destino, o meglio Paolo Fox, le abbia servito su un piatto d’argento un fidanzato.
E così, da trentatreenne che si rispetti, la nostra Bea comincia a vivere una vita di coppia in piena regola: uscite a quattro, serate romantiche, pranzi in famiglia e vacanze organizzate.
Eppure… eppure c’è sempre quel piccolo nodo allo stomaco, latente e silenzioso ma che diventa super potente ogni volta che torna fuori.
Quella piccola vocina che lei chiede, ogni tanto, se ha fatto davvero la scelta che la rende felice, o se si è semplicemente adagiata alla situazione e, quindi, accontentata come al suo solito.
E quella vocina si presenta ogniqualvolta il suo sguardo incrocia la figura di un uomo che non è il suo…

«No, Bea, credo proprio che quella non sia sua sorella. Guarda meglio.»
Purtroppo, Emiliano sta baciando la modella in modo molto poco fraterno.
Sempre se si escludono le effusioni tra Cersei e Jaime Lannister, chiaramente.
«Ho bisogno di un superalcolico. Ora.»

Ma è mai possibile che quelle sensazioni le provi solo lei?
È possibile che il modo in cui lui la guarda, tutte le volte che le loro strade si incociano, lei se lo immagini e basta? download (1)
È possibile che questo cuore, che vorrebbe urlare a squarciagola, stia viaggiando da solo?
Eppure c’è una parte, una piccolissima, minuscola parte di lei che le dice che non può essere così…

«Scusami, stavi dicendo…?»
«Luca.»
«Luca cosa?»
«Perché non me l’hai detto?»
Resto impietrita: sembra sconvolto. Possibile che l’alcol gli faccia questo effetto?
«Mi piac…evi, sul serio. Dannazione! Perché non mi hai detto niente? Perché mi hai preso
in giro?»
[…] «Non te l’ho mai confessato, ma l’ho letto quel messaggio» alza la testa all’improvviso
e punta il suo sguardo nel mio.
«Pensa che imbecille sono stato, mi sono pure sentito in colpa per aver spiato il tuo cellulare. Ma la verità è piuttosto semplice: mentre tu eri in bagno, sul display del tuo telefono è comparso per intero un sms di Luca. Sono sicuro che non serva ricordarti quale. Stavate già insieme. Andavate già a letto insieme, questo almeno l’ho capito! E allora, perché mi hai lasciato credere che ci fosse qualcosa tra noi? Perché l’hai fatto, Beatrice?»
Resto a guardarlo, in silenzio. Senza rendermene conto, le lacrime cominciano a rotolare giù, non in rivoli, ma in gocce pesanti come sassi.

Bene Notters, è giunto il momento di frenarmi la lingua (o meglio le dita ;p) altrimenti rischierei di raccontarvi tanto, troppo di più.
“Nata sotto il segno della sfiga” è un libro ironico, divertente, “leggero”, seppur nemmeno per un secondo sia risultato superficiale.
L’autrice ha raccontato la storia di quella piccola parte di noi donne che tendiamo sempre a reprimere e a cambiare immediatamente.
Quella parte che ci costringiamo a tacere, dentro di noi, per non risultare mai fuori luogo o diverse.
Ma Beatrice ci insegna che è proprio nella diversità la vera bellezza.
È nel non omologarci, nel non indossare per forza una taglia 40, nel non avere per forza la concezione della donna come moglie devota al marito e al focolare casaligno, che c’è la parte più bella di ognuna di noi.
Perché noi tutte siamo belle anche se siamo strane, lunatiche, un po’ bambine, pazzerelle e a volte immature.
Siamo belle quando facciamo le nostre indicibili gaffe, quando non siamo né vestite né truccate alla perfezione.
Siamo belle quando ci comportiamo esattamente all’opposto di come la gente si aspetta.
Siamo belle soprattuto quando ci lasciamo trasportare dalle emozioni e smettiamo di essere così dannatamente razionali.
Siamo belle, tutte. E basta.
Questo messaggio arriva forte e chiaro e, solo per questo, consiglio di leggere questo libro a tutti e, perché no, soprattutto agli uomini (e alle mamme puntigliose :p)!

Grazie Sara, per questo bel viaggio alla scoperte delle imperfezioni di noi stesse.

Edna

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