Sono ancora nel bosco quando mi fermo e riprendo fiato.
Che diavolo è successo?
Io non volevo baciarla. O meglio, certo che volevo baciarla, ma non stasera, non così.
Soprattutto dopo la sua reazione di oggi.
Mia madre ha visto tutto.
Ho litigato con lei e con mio padre, mentre eravamo seduti a cena. Dicono che devo stare lontano da Anna, evitarla come fanno tutti, perché lei è una persona sfortunata e la sua sfortuna abbraccia chiunque le sta vicino.
Io, invece, mi sento fortunato solo quando sono accanto a lei, nella stessa stanza o sotto il suo sguardo curioso e indagatore, quasi fossi un oggetto da studiare.
Questo mi piace.
Vuol dire che è interessata a me, che desidera conoscermi e per me è lo stesso.
Con lei riesco a cancellare ogni brutto pensiero, ogni mio dolore recondito.
Se penso alle sue labbra calde, al suo sapore dolce… cosa darei per poterlo assaggiare di nuovo.
Mi passo una mano sulla faccia.
Mi odio per quello che ho fatto: io l’ho baciata senza il suo consenso, mi sono appropriato della sua bocca con la forza, non avendone diritto e lei mi ha chiesto di smetterla. Non l’ho ascoltata, ho solo seguito il mio istinto che mi diceva di unirmi a lei, di mostrarle che può fidarsi di me e che può lasciarsi andare.
Scuoto la testa e riprendo a camminare.
Anna non vorrà più vedermi.
Sono sicuro di aver rovinato tutto con quel mio gesto, ma non sono riuscito a controllarmi, e ora mi aspetto solo freddezza da parte sua.