Buongiorno Notters,
oggi vi parlo di un libro bello, impegnativo, un libro che per me è stato un vero e proprio pugno sullo stomaco.
Ma nonostante questo non fate i timidi e venite a scoprire di cosa sto parlando! 🙂
TITOLO: Our days – I nostri giorni
AUTRICE: Effe Scrive
GENERE: romance, narrativa
EDITORE: PubMe
COLLANA: I read it
PAGINE: 523
DATA DI PUBBLICAZIONE: 20 aprile 2020
FORMATO: ebook e cartaceo
PREZZO: 2,99€ / 24,00€
SINOSSI
Alex e Karen, due anime tutt’altro che pure. Per loro non vale la regola “gli opposti si attraggono”, ma “gli uguali si distruggono.”
Due mondi che continuano a scontrarsi come oceani separati, passioni incontrollabili, lacrime e bugie. Troppo orgogliosi per ammettere che qualcosa in loro è inevitabilmente cambiato, per rendersi conto che nonostante tutto, l’unica cosa che riescono a pensare ogni volta che le cose precipitano è: “o con te, o con nessun altro.”
RECENSIONE
***Attenzione possibili spoiler***
Ho letto questo libro con poca consapevolezza circa quello cui sarei andata incontro.
Mi ci sono immersa, anima e corpo, senza capire cosa mi aspettava, cosa volesse dire fare la conoscenza di Alex e Karen.
Due anime tormentate.
Due cuori spezzati che trovano pace solo se insieme.
Due destini che si incontrano, si scontrano, si fanno lo sgambetto l’un l’altro e poi si ritrovano.
Come dice anche una canzone famosa e bellissima di Venditti, il loro è uno di quegli “amori che fanno giri immensi e poi ritornano”, perché è così, loro due… “amici mai”.
La vita per Karen non è mai stata semplice, tutt’altro.
E’ stata costretta a crescere troppo in fretta, a fare i conti fin da piccola col mondo dei grandi, quel mondo sporco e infame che l’ha fatta crescere senza una figura paterna-
Mentre tutte le sue coetanee giocavano con le Barbie, lei giocava con bustine piene di polvere bianca e banconote. Tante banconote.
Karen vive una vita completamente sregolata, dove serate in piedi a ballare fino a notte fonda e quantità di alcool fino a perdere conoscenza fanno da padrone.
A soli sedici anni, conduce la vita di una più che ventenne, fasciando quel suo piccolo corpicino in quei vestiti seducenti e troppo corti. Indossa ogni sera tacchi vertiginosi, per mostrare al mondo intero che lei è grande, che le piace osservare il mondo “da lassù” ai suoi piedi.
Karen ha sofferto anche perché ha amato, tanto.
Jhonny è stato il suo primo vero e unico amore, un amore acerbo, finito troppo in fretta e in maniera violenta.
Anche se… beh, in realtà ha sempre avuto una cotta per Alex, il fratello di uno dei suoi migliori amici.
Ma se la vita di Karen ci sembra già di per sé complicata… non avete idea di quella di Alex.
E’ come attraversare l’autostrada a piedi e controsenso: un continuo ed incessante pericolo.
Quella di Alex è una vita al limite.
Una vita spezzata dagli eventi, quegli stessi eventi che lo hanno portato a fare della cocaina e dell’alcool le sue uniche vie di fuga.
Quegli eventi che lo portano a perdere il controllo ogni volta che si arrabbia, e che lo hanno portato a rovinare non solo la sua di vita, ma anche quella di chi gli sta affianco.
Alex è un ragazzo complesso, misterioso, burbero e pericoloso.
Per quanto riguarda Karen, però, Alex rappresenta un pericolo solo per il suo cuore.
Quello stesso cuore che riprendere a battere non appena si reincontrano.
Quello stesso cuore che anche Alex ha spezzato, ma che insieme sembra quasi formino gli incastri di un puzzle, pronti a ricostruirne uno solo per intero, che batta per tutti e due.
“Tanta calma lo colpisce e d’improvviso non ha più nemmeno voglia di fumare. Lei si volta, e lo vede, proprio mentre quella Marlboro ormai finita cade a terra. Verde contro verde per un attimo, poi lui sorride. «Ciao», dice e la sua voce è di velluto. «Ciao.» Il suo sguardo si sposta veloce su quell’inatteso spettatore con le braccia ricoperte di tatuaggi e un sorriso che non promette nulla di buono… e sorride.”
Ah, quel sorriso… quante volte ha fregato la nostra Karen!
Quante volte ha perso la ragione davanti a quelle labbra carnose e a quei denti perfetti.
Quante volte avrebbe voluto prenderlo a schiaffi, per poi bloccarsi e sciogliersi nel momento esatto in cui lui le sorrideva…
Spesse volte avrebbe tanto voluto sbarazzarsi di lui, del suo fisico perfetto, del suo sguardo dolce, quello che rivolgeva solo ed esclusivamente a lei, del suo modo di parlarle, di prendersi cura di lei.
Perché Alex non era solo il cuore di Karen, ma era anche il suo carnefice.
Era il motivo per il quale la notte non dormiva e di giorno si ritrovava a piangere.
Era il motivo per il quale beveva fino a stare male, o andava con persone di cui non le importava solo per fargli male.
Eppure, Alex era Alex. Le stava accanto, la cercava continuamente, sia con lo sguardo che con il corpo.
Alex la vedeva, e lei non poteva più farne a meno.
“E poi, all’improvviso, lui si era accorto di me. Una sera aveva iniziato a prendermi in giro, quella dopo a cercare un posto sulla panchina accanto al mio. Si prendeva uno spazio che forse neanche c’era, sera dopo sera, senza pensare minimamente di chiedermi il permesso. Era arrogante, incivile, irrispettoso nei confronti di tutti, se stesso compreso. Non aveva mai una buona parola per nessuno, e certe volte sorrideva in un modo… scopriva i denti, richiamandomi alla mente uno di quegli animali selvaggi, affamati e segnati dalle intemperie. Mi faceva accapponare la pelle. Era cupo e scontroso, per la maggior parte delle volte. Credo che il suo umore cambiasse in base alla droga che prendeva, ma non ne ero del tutto sicura e ovviamente non feci mai domande. Eppure, più cercavo di restare sulle mie, più lui mi veniva a cercare. E poi, era ovunque: per strada, in discoteca, al pub. Non c’era un posto in cui non entrassi e ci trovassi dentro lui. Era difficile restargli lontana, specialmente quando mi guardava in quel modo, come quella sera. Non riuscivo a resistergli.”
E lui?
Beh, Alex impazziva.
Guardava fossi Karen e il mondo attorno a lui scopariva.
Moriva per quegli occhi verde speranza, per quei capelli neri che puntualmente le ondeggiavano sulle spalle e per quella risata da bambina, che tanto lo affascinava.
Era come se, sentirla ridere, lo riportasse alla realtà, lo aiutasse a vedere Karen per quello che era: una giovane donna piena di guai più grandi di lei, che ha solo bisogno di qualcuno che la ami per quello che è.
“Mi capitava, certe sere, di restare fermo a fissarla; era sempre pallida, con quei capelli scuri che le scendevano lungo la schiena e gli occhi affilati come quelli di un gatto, di quell’indefinibile colore che la maggior parte di voi definirebbe semplicemente verde. La osservavo mentre raccoglieva estasiata le fishes che aveva appena vinto, e mi accorsi che mi piaceva vederla ridere, ridere di gusto. Mi piaceva il modo in cui gettava indietro la testa, sogghignando apertamente, in modo persino un po’ sguaiato. La trovavo così bella che mi faceva male il cuore solo a guardarla”.
Ma Alex, a differenza di Karen, è ben consapevole di ciò che realmente può darle: niente che riguardi ciò di cui una ragazza ha bisogno.
Non può regalarle uscite in pubblico.
Non può regalarle calma e serenità, quando la sua quotidianità la vive a 120 all’ora.
Non può donarle fedeltà, perché non sa cosa sia ed ha un’altra donna accanto a sé ormai da diversi anni.
Una donna che non riesce a lasciare andare, perché le deve troppo.
Quello che Alex può dare a Karen è racchiuso in fughe notturne dove si consumano di baci e fanno l’amore sempre come fosse la prima volta.
Può darle protezione, perché chiunque si avvicini a lei è un uomo morto.
Può darle possesso, perché Karen è sua dal primo momento in cui l’ha vista.
Ma Alex le darà anche sofferenza, perché lei sarà il suo punginball quelle sere in cui è arrabbiato e troppo fatto per capire che non deve andare oltre, che davanti a lui ci sono lei e il suo viso candido, mai stato sfregiato prima di imbattersi in lui.
Alex le darà tormento, quando lei vorrà stare da sola e allontanarlo, per evitare di farsi male ancora.
La farà arrabbiare, quando non avrà le palle di scegliere lei.
Eppure, credetemi, le darà TUTTO l’amore di cui è capace.
Ma basterà questo a Karen? E fino a quando?
Come sempre, non posso dirvi di più altrimenti vi rovinerei questa (già di per sé) tormentata lettura.
Con Karen e Alex mi sono arrabbiata, tantissimo.
Molte volte ho fatto fatica a capirli e avrei voluto essere lì con loro per gridargli di non farlo, di non sbagliare ancora, di lasciare stare tutta quella merda e godersi il loro amore.
Con loro ho anche pianto perchè nei momenti in cui si emozionavano, facevano emozionare.
Perché più le cose sono difficili e complicate, più apprezzi la semplicità, la purezza e la bellezza delle piccole cose.
“Our days – I nostri giorni” è un libro che racconta quegli amori che noi stessi spesso facciamo finta di non vedere perché sono scomodi, malati, danno e tolgono con la stessa intensità.
Non chiedono il permesso, ti travolgono e assorbono ogni energia della propria vita.
La storia di Alex e Karen sono sicura che voglia essere anche una denuncia rispetto alle tematiche che porta, le quali sono affrontate con grande cura e consapevolezza.
Sarà che io lo faccio per professione, sarà che mi imbatto quotidianamente con queste cose, ma forse, per mio modestissimo parere, sono state affrontate anche in maniera “passiva” per un certo verso.
Non c’è realmente una voglia di redimersi, di chiudere fuori quel brutto mostro che crea dipendenza.
Sì, è vero, sul finale troviamo una Karen sicuramente maturata e che conduce una vita più “sana”, ma che non ci racconta di aver preso veramente consapevolezza della parte “marcia” di sé.
E Alex… rimane Alex. E forse è stata la cosa che mi è dispiaciuta di più.
Insomma, un finale sicuramente inaspettato, che mi ha lasciato un po’ di amaro in bocca, ma non posso dirvi che non vale la pena leggere questo libro perché sarei dannatamente falsa!
Imbattetevi in Karen e Alex ma siate cauti, state attenti… loro stessi creano dipendenza.
Edna
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