Buongiorno Notters,
oggi vi parlo di una delle novità targate Triskell Edizioni uscite proprio questa primavera, giusto in tempo per “scaldare” le nostre giornate… 🙂
Seguitemi!
TITOLO: Escort
AUTORE: Skye Warren
GENERE: Romance erotico
PAGINE: 173
DATA PUBBLICAZIONE: 01 aprile 2020
EDITORE: Triskell Edizioni
PREZZO: 3,99€
SINOSSI
Sono un gigolò, il che significa che quest’appuntamento non è altro che una transazione piacevole per entrambe le parti. Non dovrebbero esserci sorprese, non per un uomo disincantato come me, ma quando faccio il mio ingresso nell’attico dell’Etoile tutto cambia.
Per prima cosa Beatrix Cartwright, Bea, è bella da morire. Occhi verde chiaro, lentiggini infinite. Curve che voglio passare tutta la notte a esplorare, come se il suo corpo fosse stato fatto soltanto per me.
È del tutto innocente, e mi fa venire voglia di usare per intero il mio inventario di trucchi da camera da letto e, per che no, sperimentarne di nuovi.
Solo che lei è… vergine.
Posso iniziarla al piacere senza che lei si attacchi troppo a me? Qualche ora con lei e alla fine della nottata mi ritroverò una piccola fortuna sul conto in banca.
E se invece fossi io, alla fine, a pensare che una notte non è abbastanza?
RECENSIONE
Attenzione possibili spoiler
«Salve,» esordisco, entrando nell’appartamento. Si sente un tonfo dalla camera da letto.
[…] La sua espressione? Sollievo puro. «Oh, grazie a Dio.» Sembra così sincera che penso subito a un’emergenza orgasmica.
[…] «Qui!» Che cosa insolita. Non ho mai incontrato una donna così frettolosa per le sue esigenze sessuali. Sembra preoccupata, quasi frenetica, e non sono qui da nemmeno sessanta secondi.
[…] La giovane donna è piegata su un’enorme cassettiera, il suo sedere perfettamente rotondo. Potrei riempirci le mani. Potrei appoggiare la mia immediata erezione contro di lei. Se non fosse che non è una posa sexy la sua. Sembra impegnata a guardare dietro la cassettiera. «Va tutto bene,» sta dicendo, senza fiato. «Vieni fuori, tesoro. Ce la puoi fare.»
Un vecchio appartamento al posto di quello che dovrebbe essere l’attico di uno degli hotel più in della zona, una gattina da salvare e una ragazza timida e spaventata.
Inizia così la storia di Bea e Hugo.
Sicuramente in modo strano, alquanto inaspettato per entrambi, inconsapevoli però che sarà proprio quello il momento che cambierà le loro vite.
Del resto com’è che si dice? “Se piaci al mio gatto, piaci a me”, giusto?
Hugo è un uomo che ha dovuto reinventarsi.
Ha fatto delle sue virtù un lavoro, costretto a lasciarsi alle spalle una storia tragica che lo ha segnato nel profondo.
È un uomo bello e appassionato, come il sesso che regala alle innumerevoli donne che chiamano in continuazione l’agenzia per il quale lavora.
Tutte lo vogliono. Non esiste una donna che lo guardi senza malizia, senza lussuria… che sono poi anche le sue parole preferite.
Hugo parla col suo corpo, coi suoi movimenti.
È un uomo che si concede, completamente, che ama darsi e dare, ama il genere femminile in sé e, più di tutto, ama fare gridare le “sue” donne di piacere.
Ama guardare con i propri occhi i loro visi trasformarsi in espressioni innaturali, preda all’estasi più puro, ed essere consapevole di essere stato lui a creare quella magia.
Ma tutto viene circoscritto a questo e nulla di più, perché nel suo cuore, nella sua vita, non c’è spazio per i sentimenti, non c’è spazio per nient’altro che non sia il puro e mero piacere carnale.
Il suo cuore non è nient’altro che un guscio vuoto e grigio, che non si emoziona da tempo.
Perché Hugo non può concederselo, non dopo aver sofferto le pene dell’inferno a causa della vita che da bambino era costretto a fare.
Non dopo aver visto l’unica persona che abbia mai amato in vita sua venire calpestata, ammalarsi, soffrire e infine morire.
E Hugo non vuole più permettersi il lusso di amare per soffrire ancora.
Beh, questo almeno fino a che non incontra Bea.
Bea è una ragazza di appena vent’anni, timida e impacciata, del tutto inconsapevole della sua bellezza e del proprio fascino.
È l’involucro perfetto di quello che dovrebbe essere una ragazza libera, spensierata, che crede le regole siano state fatte per essere infrante.
No… Bea non è minimamente vicina ad essere questo, tutto ciò che una ragazza alla sua età dovrebbe essere.
Perché lei, semplicemente, non ha mai vissuto.
Bea è ferma a quando aveva 12 anni, età in cui ha fatto il suo ingresso in quell’appartamento piccolo, vuoto e freddo che chiama “casa”.
È ferma a quando è rimasta sola al mondo, senza uno scopo nella vita, senza qualcuno che la instradasse, senza qualcuno che le insegnasse a vivere.
È ferma lì, ed è ferma all’interno di quel maledetto albergo, luogo che nasconde i suoi segreti più bui…
«Hai finito?» «Sono solo all’inizio, cara. Ma devo chiedertelo, perché vivi qui? Oltre al fatto che è sicuro. Devi avere abbastanza soldi per andare ovunque.» A un certo punto della cena c’era una bottiglia di vino. Non mi ha fatto ubriacare, ma sento una piacevole leggerezza. Qualsiasi barriera è andata. Lo stesso potrebbe essere per Bea, perché si avvicina come per rivelarmi un segreto. «Perché non posso lasciarlo. Non posso.» «Non puoi lasciare cosa?» «L’Etoile.»«Vuoi dire che non ti è permesso lasciarlo?» Capisco cosa mi sta dicendo, ma non voglio capire. Questa donna è così giovane, così piena di vita. Come può essere imprigionata? «No, voglio dire che non esco dall’hotel. Per andare al negozio di alimentari, per esempio. O al parco. O ovunque.»
Bea è sola, spaesata, vuota.
Una principessa confinata nella torre più alta del castello, in attesa di un principe che possa soccorrerla e salvarla, forse.
Forse, perché lei non ha mai pensato, in realtà, che potesse essere in grado di vivere il mondo che c’è fuori da quelle quattro mura.
Lei che ha così poca fiducia in sé stessa e negli altri, a causa di ciò che ha dovuto subire quando era solamente una bambina.
Lei che ha qualcuno che la controlla, che ha il monopolio su di lei e lei glielo lascia fare, glielo permette, perché troppo timorosa di perdere quel poco che ha.
Ma anche Bea, proprio come Hugo, sa fare magie.
E quando questo accade… si trasforma.
Le basta sedersi su di un piano forte e muovere appena le dita, perché poi vanno da sole e creano un qualcosa che a parole non si può spiegare.
Il pianoforte è il suo unico e vero amico (a parte la gattina, ovviamente!), il solo a conoscere i suoi sentimenti, il suo io più profondo.
Questo, però, prima di imbattersi Hugo.
Quel gigolò che lei stessa ha chiamato e ha cercato, apposta per perdere la sua verginità.
Solo che, con essa, Bea perde tutte le sue inibizioni davanti ad Hugo.
Si sente selvaggia, libera, passionale e tutto questo le piace.
Le piace immaginarsi e vedersi negli occhi di Hugo.
Le piace quel calore che le si propaga in tutto il corpo non appena lui la sfiora.
Le piace il modo in cui la guarda e la faccia sentire bellissima.
Le piace il modo gentile, dolce ed educato con il quale le insegna l’arte del piacere, proprio lui, che dovrebbe solamente limitarsi a prendere e a dare senza alcuna premura.
Eppure Hugo è così attento con lei… così delicato, come se fosse un oggetto di cristallo, prezioso e da custodire.
Mi mordo di nuovo il labbro e la sua attenzione si concentra su di me. «Non ti succederà nulla,» le dico, anche se non ho nessun modo di proteggerla. Nessun diritto. «Non lascerò che ti accada nulla. Lasciati andare per me, Bea. Lasciati andare.» E poi viene dopo una gloriosa corsa di eccitazione, mentre il suo corpo si muove con un abbandono selvaggio.
Perché?
Perché Hugo non la tratta come tutte le altre sue innumerevoli clienti?
Perché la tratta come se fosse speciale?
Bea non ha risposte a tutte queste domande ma una certezza ce l’ha: una notte non sarà mai abbastanza.
Dall’altra parte, però, anche Hugo ha un’unica certezza: è arrivato, finalmente, all’attico dell’Etoile con uno scopo ben preciso, e niente e nessuno potrà impedirgli di mettere in atto la sua vendetta.
Neanche se questo volesse dire perdere Bea.
“Escort” è un libro che, aihmè, mi ha lasciata un pochino perplessa.
La trama mi aveva incuriosita tantissimo, talmente tanto da romper le balle all’ennesima potenza alle mie boss (perdonatemi :p) perché non vedevo l’ora di leggerlo.
Quindi ho cominciato questa lettura entusiasta e carica di aspettative, ecco sì, forse un po’ troppo carica di aspettative!
Perché vi confesso che un pochino mi ha delusa.
La storia in sé è originale, accattivante e sicuramente insolita, questo ai miei occhi lo rende un libro certamente da leggere per chi ama il genere come me.
A mio modestissimissimo parere, però, manca qualcosa… come se non fosse stata poi sviluppata come ci si immaginava.
Forse semplicemente perché “è finita troppo presto”, forse perché avrei preferito che venissero approfonditi maggiormente diversi temi che, a mio parere, sono importanti per entrare in empatia con i personaggi.
Ad ogni modo credo che Bea e Hugo, questo bellissimo Dio del sesso, siano da conoscere e che possano trasportarvi in un mondo che da casto e puro, si trasforma in bollente e intrigante.
Edna
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