Buongiorno, Notters!
Oggi il blog partecipa con piacere al rewiew party di L’ultimo Dorcha di Arianna Colomba, un fantasy dalle tinte oscure, in bilico tra mito e realtà, tra tradimenti e sentimenti intensi, tra Male e Bene, dove non sempre il Male ha l’aspetto che ci si aspetterebbe e dove la speranza continua a vivere in mezzo al caos e nonostante una pioggia fitta e anomala.
Titolo: L’ultimo Dorcha
Autore: Arianna Colomba
Editore: self-publishing
Data di pubblicazione: 6 gennaio 2020
Genere: dark fantasy
Formato : cartaceo 9.99 € – eBook 2.99 €
Pagine: 350
SINOSSI
“«Io, Robert Karth, stipulo questo contratto con il Dorcha, affinché porti fuori dalla prigione, sana e salva, questa ragazza. Dovrà prendersi cura di lei fin quando gli sarà permesso e fintanto che non la riterrà al sicuro. La tratterà con rispetto e farà in modo che né lui, né altri, possano farle del male. In cambio, in anticipo, offro il pagamento di tre notti di riposo nella mia dimora, abiti puliti e le cure necessarie per la giovane.» L’uomo alzò il volto. Era chiaro il fatto che temesse di aver osato troppo e adesso si stava chiedendo se il Dorcha avrebbe accettato i termini del contratto o gettato la pergamena.
Gareth fissò un’ultima volta la giovane distesa sul tavolo. Passarono lunghi attimi e infine, a un tratto, si chinò sulla pergamena macchiata di sangue e soffiò.”
In un’epoca sull’orlo dell’apocalisse, i Dorcha rappresentano l’equilibrio tra Uomini e Oltremondo. Sono l’ago della bilancia che mantiene in vita ogni creatura, nel corso dei secoli.
Ma qualcosa sembra essere cambiato. La pioggia continua a cadere da svariati mesi e gli Uomini hanno iniziato la caccia ai propri simili, incolpando di stregoneria chiunque ritengano sospetto.
È proprio in questo clima di follia che Gareth, un Dorcha, viene legato da un contratto a una strana ragazza, accusata di essere una strega.
RECENSIONE
Attenzione possibili spoiler
Estate 579 N.E.
Sin dalle prime righe il lettore si trova in un ambiente misterioso, che nasconde qualcosa, qualcosa di molto strano.
La giovane Estrella, 15 anni appena, vive con la madre e il patrigno e custodisce un terribile segreto, un segreto troppo grande per una ragazzina. Un segreto che le procura l’odio irrazionale della madre. Il clima nel paese è già molto teso per via di una pioggia insistente e anomala. Piove, continua a piovere da mesi, le stagioni sembrano non esistere più, i frutti marciscono, l’umidità è ovunque, si insinua fin dentro le ossa, fin dentro le case e i cuori delle persone, che muoiono, continuano a morire, uno dopo l’altro. Il popolo ha bisogno di qualcuno da accusare, chiede a gran voce un capro espiatorio. O un sacrificio. E in un’età oscura e di mentalità alquanto ristretta (questa è l’impressione che ho avuto io) come quella in cui vive Estrella…se sei donna ci sono alte probabilità di venir perseguitata. E il suo destino sembra esser già stato deciso.
La fine di tutto, di ogni sofferenza e dolore subito, l’inizio della fine, della vita com’è stata fino a quel momento.
L’equilibrio tra uomini e Oltremondo non è mai stato così sottile. Basta un niente per spezzarlo.
Un inizio con il botto, un pugno nello stomaco per alcune scene (per fortuna) accennate. Ho provato sentimenti molto negativi nei confronti di questo inizio, una grande avversione (per essere educati) per quello che faceva intendere e ho subito provato un grande affetto per Estrella. Sentivo che era parte di un piano più grande, il punto iniziale di tutta la storia e ne ho avuto conferma verso il finale.
Devo ammettere che nei capitoli successivi ho faticato non poco a stare dietro alla storia.
Ho trovato la scrittura a tratti poco fluida.
Lento, un poco ripetitivo in certi punti, qualche errore di scrittura e/o grammatica, alcune parole mancanti che mi hanno un poco confusa e rallentata nella lettura e uno stile che poco si avvicina alle mie letture abituali. Tutti dettagli che potrebbero ricevere giovamento da una piccola revisione e, quindi, a mio personalissimo avviso, risolvibili.
Forse la mia difficoltà maggiore, però, è legata al fatto che continuava a tornarmi in mente un’altra storia che qualche mese prima avevo tanto amato e alla quale mi ero molto appassionata. Ogni volta che sentivo la parola Dorcha oppure venivano descritti i suoi occhi o il momento in cui attingeva al sangue demoniaco…qualcosa dentro di me si spezzava. Troppo spesso mi tornava in mente l’altra storia e il mio pensiero volava a un altro personaggio.
Ammetto che non è stato facile superare questa mia ritrosia.
Ma sono una persona testarda e cerco di essere sempre il più obiettiva possibile. Cerco di andare sempre oltre le apparenze. Infatti se c’è almeno un elemento che cattura la mia attenzione non abbandono il libro che ho tra le mani (altrimenti lo lascio senza pietà, lo ammetto 😬). In questo caso la salvezza è stata Sive.
Fin dal primo istante mi sono innamorata del suo personaggio! Così dolce e tenace al tempo stesso, così delicata e coraggiosa, così timida e audace. Contraddittoria, incantevole, soave, una forza della natura…in tutti i sensi.
Per tutto il libro aleggia una sorta di mistero. Una domanda che mi sono posta fin dalle prime pagine e che mi ha accompagnata fino alla fine: chi è Sive? Tanti dubbi, tanti nodi al pettine, tanti misteri che, però, verranno risolti, un passo alla volta, pagina dopo pagina.
Il ritmo lento mi ha un poco destabilizzata, ma alla fine devo dire che la storia si riprende e dopo metà libro si fa anche molto avvincente. Le domande aumentano e la voglia di scoprire il mistero dell’esistenza di Sive e del legame che la unisce a Garreth il Dorcha si fa sempre più impellente.
Quasi tutte le mie domande hanno trovato risposta, sono sorti altri dubbi (soprattutto riguardo a MAI e a NAI), ma alla fine tutto acquisisce un senso.
Mosse il primo passo a fatica, trattenuto dalla morsa del fango nel quale era affondato.
Abbassò lo sguardo, adocchiando gli stivali scomparire nella terra fino alla prima fibbia. Quindi, spostò l’attenzione alle gabbie e alle donne al loro interno: alcune spingevano sul fondo delle piccole celle, schiacciate contro la parte superiore, per sfuggire all’acqua e alla melma. Altre, invece, stringevano le dite attorno alle sbarre di metallo, supplicando chiunque di liberarle.
Fu quando avanzò ancora di un passo che una di quelle ragazze allungò di scatto la mano, rivolta alla sua caviglia. Lo strinse all’altezza dello stivale. Le dita erano scurite dal fango nel quale era immersa da un paio di giorni e il volto rimaneva nascosto nell’ombra della gabbia, troppo bassa perché un uomo adulto potesse sbirciarvi all’interno, rimanendo in piedi.
Accadde tutto in un attimo, un frangente di cui nessuno si accorse, se non Gareth.
Le dita sottili lo strinsero con forza e una voce gli risuonò nella testa, forte come un grido.
«Liberami. Io so.».
L’inizio di tutto.
L’inizio di una nuova avventura.
L’inizio di qualcosa di più grande di loro stessi.
L’inizio di qualcosa che va oltre alla vita e alla morte.
Il primo, fugace incontro tra Gareth e Sive.
Nessuno sembra accorgersi di nulla, ma da quel momento…nulla sarà più come prima.
Un filo scarlatto li lega.
Un legame.
Gareth è un Dorcha.
Impossibile dire quanti anni abbia. Può aver vissuto venti estati, come cinquanta. Capelli chiari, raccolti in una coda, barba incolta, segno che non si ferma quasi mai, cicatrici a testimonianza della sua vita da cacciatore.
Non è tanto il suo aspetto ad attirare l’attenzione quanto il suo sguardo, che ricorda che non è del tutto umano. Nei suoi occhi di ghiaccio, attraversati da piccole pagliuzze del colore delle tenebre, non risiede alcun sentimento.
Leggende narrano che i Dorcha siano nati privi di cuore.
Non è umano…non è un demone.
Una creatura in bilico tra tenebre e luce.
Un essere dal sangue demoniaco, privo di emozioni e di libero arbitrio, se non quello dettato da un contratto.
Un reietto.
Da tutti temuto, da tutti allontanato.
Mai amato, mai benvenuto.
Sempre mal visto, sempre tenuto lontano, sempre guardato con sospetto.
Lui, essere neutrale, votato alla Legge dell’Equilibrio.
Non può intervenire, non può fare nulla se non vincolato a un contratto. Semplice spettatore…prigioniero della sua stessa vita, o almeno questa è la sensazione che ho avuto io.
I Dorcha si spostano di città in città in cerca di un contratto, che si tratti di catturare un lupo che divora i bambini o un demone che si aggira in cerca di vendetta, seminando violenza. Non possono fare niente al di fuori del contratto. E devono far di tutto per mantenere inalterato l’Equilibrio tra gli umani e l’Oltremondo.
Ma cosa vuol dire realmente mantenere l’Equilibrio? Non intervenire senza far prevaricare una parte o l’altra oppure creare un’armonia totale tra le due parti? Gareth può scegliere? Ha una scelta o è già tutto scritto nelle leggi intangibili che governano il mondo?
Gareth ha conosciuto il mondo sempre in un modo soltanto, chiaro, lineare, senza sorprese, senza emozioni e ora l’incontro con Sive sembra sgretolare ogni suo credo, ogni sua certezza.
E per la prima volta nella sua vita il suo cuore inizia a battere.
Chi è quella strana ragazza che sembra aver risvegliato il suo cuore addormentato?
Un suo sorriso e il mondo risplende, sembra rifiorire.
Piove, tutto muore, l’odore di marcio impregna le città ma dove va Sive…la luce è più forte e tutto diventa più luminoso.
Anche il mondo del Dorcha.
«Allora aiutami, Dorcha» sussurrò.
Si voltò, lenta, trattenuta sempre dall’abbraccio del reietto, così da essere faccia a faccia con lui e quando i loro occhi si incontrarono Gareth ebbe un brivido. Lui, che a stento conosceva la sensazione del freddo e del caldo, sentì la pelle accapponarsi.
E qui mi fermo e non voglio svelarvi null’altro.
Ci sono parti e frasi che meritano, una su tutte e che mi è piaciuta tantissimo che riguarda Gareth e la legge dell’Equilibrio, una frase che racchiude l’essenza stessa dell’amore 😍.
Tra vecchie promesse, demoni che soffrono di claustrofobia, esseri sconosciuti, spettri inquietanti, combattimenti all’ultimo sangue, ritorni imprevisti, antichi dei da salvare e un’anomalia che minaccia di annientare il genere umano arriviamo a un finale che lascia un retrogusto dolce e amaro e che mi fa ben sperare in un seguito.
Non è stata una lettura semplice, lo ammetto. La storia d’amore mi ha lasciata un poco perplessa all’inizio perché non capivo bene da dove nascesse, visto che i Dorcha non provano sentimenti e tendono a dimenticare i legami.
Non ero riuscita a sentire il mutare del legame, non mi sentivo partecipe di quel sentimento che stava nascendo e crescendo. A volte sono tornata indietro a rileggere, come se mi mancasse un pezzo. Ma ora, a distanza di un giorno, ho colto meglio il cammino di Gareth e la sua evoluzione. Ho compreso le sue indecisioni, il suo essere perennemente in bilico tra la sua parte umana e quella demoniaca. E ho compreso la sua scelta, l’essenza stessa del suo Equilibrio. E, alla fine, è stato catartico scoprire e capire il significato profondo del titolo.
Serenella
Il mio voto:
3,5
Notting Hill Staff