Buongiorno, Notters!
Oggi è con piacere che vi parlo di “CorKing” di Rianda Doe, un fantasy paranormale ambientato nelle bellissime terre dell’Irlanda.
TITOLO: CorKing
AUTRICE: Rianda Doe
EDITORE: Cavinato Editore
DATA PUBBLICAZIONE: 01 Agosto 2015
GENERE: Fantasy
FORMATO: eBook/Cartaceo
PAGINE: 263
PREZZO: € 5,99/€ 14,45
SINOSSI
Selva Brown ha diciotto anni e si è appena trasferita a Cork. A causa di un incidente, dopo un anno di oblio, i suoi genitori la costringono a trasferirsi dalla nonna paterna, in Irlanda. La sua vecchia amica d’infanzia, Lizze Rodriguez, la trasporta al castello dei Davenport, i cui proprietari sono tutti di una bellezza cupa e tenebrosa. Fra loro il più abbacinante è Duval, il quale nasconde un segreto molto pericoloso. La sua pelle diafana, con un’inquietante sfumatura grigiastra, i capelli spettinati all’indietro come le ali di un’aquila in procinto d’innalzarsi in volo, gli occhi color zaffiro elettrici, Duval è algido e affascinante. Chi è in realtà il bellissimo diciannovenne che scolpisce angeli come Michelangelo? Selva è seriamente intenzionata a scoprirlo…
RECENSIONE
***ATTENZIONE, POSSIBILI SPOILER!***
Io sono il re del mio inferno, e tu, dolce e graziosa anima, non sei in grado di domarne l’arsura, poiché essa è parte di me. E non sia mai che il tuo incantesimo funzioni, perché non sarei più un re, ma il padrone del nulla.
Tu sei un soffio d’aria fresca, ma il mio fuoco non si estingue.
Sono il re della mia terra, la terra in cui ho scolpito quello che sono nella figura di un angelo. Non ci sono più fiamme, ora che ti ho trovata.
Solo io e te.
Innamorati adesso, innamorati sempre, innamorati fino alla fine.
Ci troviamo a Cork, una città sperduta situata nella regione del Munster.
Per Selva è veramente dura ambientarsi.
Ha dovuto lasciare la sua amata New York per ritrovarsi catapultata in una realtà che non le appartiene.
Verde ovunque.
Umidità che ti penetra fin dentro le ossa.
Colori ovunque.
E adesso si ritrova lontana dalle luci sfavillanti della città.
Oltre alle ossa, era stato spezzato anche il suo sogno di cavallerizza.
Ha lasciato il suo cuore a New York.
E un pezzo della sua anima.
Ha lasciato il suo futuro….
E anche una grandissima parte di sé.
Non sa dove andare, come fare per ritornare a ridere, ma ridere di cuore.
Per ritornare a sperare e a vivere con tutta se stessa.
I suoi sogni si sono infranti su quel terreno maledetto.
Le sue ossa si sono spezzate.
Il suo cuore ha saltato un battito.
E tornare alla vita non è semplice.
È una combattente, una che non si arrende facilmente, ma è anche una ragazza molto giovane che ha visto strapparsi via il sogno della sua vita così all’improvviso e adesso ogni passo è un dolore così intenso, così forte da rimanere senza fiato.
Ma forse allontanarsi da tutto e da tutti e da quella vita che sembra non appartenerle più , è la soluzione migliore per lei.
Prendersi del tempo per se stessa, lontana dalla frenesia della Grande Mela, immersa nella tranquillità di una piccola cittadina, coccolata dalla sua adorata nonna.
Ed è proprio a Cork che incontra il bellissimo e affascinante Duval Davenport.
Seguii la direzione del suo sguardo.
E fu allora che lo vidi. Duval Davenport, eretto sulla scala – un dio greco dai lineamenti angelici – con la mano mollemente appoggiata al corrimano, fissava i suoi occhi cangianti direttamente nei miei.
Per una frazione di secondo restai ancorata al pavimento e avvampai in volto.
Da quella distanza, speravo non si notasse quanto fossi arrossita, ma il lampo di luce nel suo sguardo suggeriva il contrario.
Duval scivolò come una piuma, a passo lento, un gradino dopo l’altro, senza staccare l’attenzione dal nostro gruppo.
Era travestito da principe di un’epoca remota. Si muoveva tra i presenti che lo ammiravano incantati, allargandosi per farlo passare.
Mentre si avvicinava, visualizzai scrupolosamente ogni particolare del suo aspetto. Il taglio singolare dei capelli, i ciuffi ribelli spettinati all’indietro, che sparavano ai lati in ciocche lunghe e affilate come piume di un’aquila.
E il loro colore: nero riflesso di un grigio scuro, identico a quello della lava fredda. Il suo corpo era statuario, attraverso il tessuto della camicia stretta sul petto rivelava una muscolatura prominente.
Sotto le palpebre levigate, due zaffiri immobili proseguivano la loro muta traiettoria verso di me, con uno sguardo attento e imperscrutabile. Quando ci raggiunse, mi resi subito conto che mi superava in altezza di almeno quindici centimetri.
Altro che schianto, pensai. Il suo volto, freddo e mascolino, si aprì in una lieve smorfia di piacere nel notare le mie guance arrossate. «Buonasera», disse in tono educato, rivolgendosi ai presenti.
Aveva una voce profonda e vibrante, da far venire la pelle d’oca. Gli altri ricambiarono il saluto.
Sua cugina lo prese sottobraccio, con fare affettuoso. «Lei è Selva Brown», disse. «Un’amica di Lizze».
Selva.
Occhi verdi che con il cattivo tempo diventano grigi, capelli castani ramati di un rosso cupo.
E un doloroso segreto che si porta dentro, che la fa vacillare, che la porta a costruire un muro tra sé e il resto del mondo.
Senza accorgersene, ogni volta che è nervosa o sovrappensiero, si porta la mano alla gamba dolorante.
Ogni volta dietro un sorriso nasconde una smorfia di sofferenza.
Ma vuole lasciarsi alle spalle il passato.
Vuole tornare alla vita.
Anche se non è facile ricominciare.
Il cambiamento però inizia a farle bene.
Ritrova Lizze, un’amica di infanzia, un vulcano di dolcezza ed entusiasmo, un fiume in piena che la travolge…Forse proprio quello di cui ha bisogno Selva.
Ritrovare la sua spensieratezza, l’allegria, il lato positivo della vita.
Dopo tanto dolore, dopo tanta sofferenza, forse può ritornare a ridere.
E l’incontro con Duvon la folgora.
Basta uno sguardo e tutto cambia.
Chi è Duvon realmente?
Cosa si nasconde dietro quella sua maschera di perfezione?
Cosa si nasconde dietro quella bellezza così irreale?
Sembra appartenere a un’epoca passata, sembra appartenere a un altro mondo.
Chi è Duvon?
Qual è il suo segreto?
Non sempre quello che crediamo di vedere è ciò che sembra.
Qualcosa si nasconde nel bosco attorno a Cork.
Qualcosa di oscuro e di misterioso.
Strane e inquietanti morti iniziano a susseguirsi all’improvviso.
Le persone sembrano morire di…paura!
Cosa si nasconde nella palude?
Cosa si nasconde nei castelli della zona?
Cos’è quella strana luce che Selva ha visto la prima sera che è arrivata a Cork e che sembra non abbandonarla mai?
Selva è inquieta , non ha paura ma la sua curiosità la spinge a cercare delle risposte che, forse, non è pronta a sentire.
E se la verità fosse molto di più di quello che immagina?
Se una volta scoperta, non si potesse più tornare indietro?
Se la sua stessa vita fosse in pericolo?
«Devi dimenticarlo finché sei ancora in tempo».
Sentii la disperazione stringermi la gola.
«Dammi una buona ragione per farlo». Mi guardò dritta negli occhi. «Perché non è umano».
Qualcosa mi piombò sul petto, un macigno infinitamente pesante, freddo come il ghiaccio, pulsante come una ferita aperta.
Una certezza che l’inconscio mi aveva suggerito molto prima che ne prendessi consapevolezza in modo razionale.
Chi è realmente Duvon?
Anzi.. Cos’è Duvon?
Così bello da sembrare un angelo.
Così distaccato da sembrare il principe di un’epoca lontana.
Così freddo da sembrare non umano.
Da non essere umano.
Non appartiene a questo mondo ma allora a quale mondo appartiene?
Selva è confusa, ma determinata a scoprire la verità.
E non ha la più pallida idea del pericolo che sta correndo.
O, anche se ne avesse la percezione, non si tirerebbe indietro.
Selva avverte il pericolo ma ormai non ne può più fare a meno.
Non può sottrarsi a quella intensa attrazione che sente per Duvon.
Per nessuno ha mai provato qualcosa di simile.
È un sentimento che va al di là dello spazio e del tempo.
Al di là della vita e della morte.
Mi guardava come se fossi il suo universo.
Anche Duvon è attratto da Selva.
Sono come due magneti che si attraggono e respingono.
Duvon esiste dove esiste Selva
E Selva esiste dove esiste Duvon.
Eppure il destino è avverso.
Stare insieme sarebbe una condanna a morte.
Per uno dei due, per entrambi.
Eppure…Non stare assieme…Sarebbe una sofferenza atroce.
Non possono stare assieme ma non possono nemmeno stare lontani.
Si appartengono anche se così diversi.
Proprio perché così diversi.
Selva è vita.
E Duvon la aspettava da un’eternità.
E quando un bacio può segnare la fine di tutto, quando tutto ruota attorno a quel bacio…. Lì capisci che non puoi più tornare indietro.
Un solo bacio e tutto cesserà di esistere.
Un solo bacio e il confine tra la vita e la morte sarà distrutto.
Un solo bacio e il mondo verrà stravolto.
Un solo bacio e l’eternità avrà senso.
L’amore, come la morte, cambia tutto.
Khalil Gibran
Una storia che mi ha catturato fin dalla prima riga e che, una volta arrivata all’ultima pagina, mi ha rattristato perché ho scoperto che era solo il primo capitolo di una serie. 😦
Una storia che mi ha affascinato e anche emozionato.
L’unica pecca , a mio modestissimo parere, che le rivolgo è forse la brevità di alcune scene: avrei preferito che in certi momenti entrasse più a lungo e più a fondo nella caratterizzazione dei personaggi.
Mi sono affezionata da subito sia a Selva che a Duvon e avrei voluto scoprire altri dettagli su di loro.
Soprattutto sul loro passato, sulle cicatrici che si portano dentro.
Ma questo nulla toglie alla storia che si legge in modo molto scorrevole.
Arrivare all’ultima pagina è stato veramente difficile.
Non avrei voluto terminasse ma confido di leggere al più presto i capitoli successivi ! 😉
La consiglio? Certo!
Serenella 🙂
Il mio giudizio:
(e un po’ di piu! :p )