Recensione di: “Solo ieri” di Daniela Nardi

Buongiorno Notters!

Oggi vi racconto il libro che mi ha tenuto compagnia in questi ultimi giorni, ovvero “Solo ieri” di Daniela Nardi. Siete pronti a scoprire qualcosa in più di questo romanzo? Pronti, via!

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TITOLO: Solo ieri
AUTRICE: Daniela Nardi
GENERE: Romance
EDITORE: Youcanprint Self-Publishing
DATA PUBBLICAZIONE: 29 agosto 2016
PAGINE: 136
FORMATO: Ebook/Cartaceo
PREZZO: 0,99 €/12,00 €

 

SINOSSI

Donatella è una diciottenne studentessa di liceo, alle prese con l’ultimo, impegnativo anno di scuola e con gli alti e bassi dell’amicizia e dell’amore. Le sue amiche, Loredana e Diana, diversissime per carattere e temperamento, sono fonte di stress, ma anche leali consigliere e spalle su cui piangere quando si è in crisi. E con l’amore si sa, c’è sempre qualche nuvola all’orizzonte. Ambientato nell’atmosfera ottimista dell’edonismo Reaganiano anni ’80, il racconto di un anno di crescita emotiva, tra amori difficili e amicizie in pericolo. Una storia che, con un pizzico d’ironia, pone l’accento sulla difficile transizione tra l’adolescenza e l’età adulta.

RECENSIONE
ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

L’ultimo anno delle scuole superiori, si sa, racchiude in sé qualcosa di unico e speciale, qualcosa che ci si porta dietro per tutta la vita sotto forma di bellissimi e incancellabili ricordi. Checché se ne dica, il periodo compreso fra i diciassette e i diciotto anni è e rimane il più bello che ci sia: le emozioni sono come amplificate, ci si sente forti, imbattibili e in grado di cavarsela da soli, sebbene ci sia ancora molto da provare. È l’età delle prime esperienze, delle prime vere delusioni, dei primi rimpianti. La protagonista del romanzo ne sa qualcosa.
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Donatella, Doty per gli amici, è una ragazzina vivace, cinica, un po’ insicura per quanto concerne il proprio aspetto fisico ed estremamente altalenante nei sentimenti.

Il romanzo si apre con uno stato d’animo decisamente negativo da parte sua, fortemente adirata con una delle sue più care amiche, Loredana, detta Lory. Un paio di settimane prima, infatti, Doty ha beccato l’amica – per la quale prova dei sentimenti alquanto discordanti, quasi di amore-odio – insieme al proprio ex fidanzato e, insomma, si sa che nel galateo della perfetta amicizia è assolutamente vietato frequentare l’ex della propria amica!

Doty trascorre giorni e giorni a rodersi il fegato e a sperare che sia proprio Loredana ad affrontare l’argomento, cosa che non accade; per questo motivo, Doty decide di prendere in mano la situazioni e di mettere l’amica con le spalle al muro…Salvo poi scoprire di aver preso un enorme granchio! Insomma, ha tirato su un polverone per niente e lasciatemi dire che è un po’ una prerogativa della nostra Doty. Sarà per questo motivo che ho preferito di gran lunga i personaggi secondari: Lory in primis, nonostante venga descritta come una ragazzina viziata, un po’ arrogante e piena di sé. Tuttavia, tali caratteristiche sono forse filtrate attraverso gli occhi della protagonista, perché non appaiono così spesso nel corso della storia e, a mio avviso, Loredana si rivela decisamente più coerente e decisa di Doty. Altro bellissimo personaggio, da cui sono rimasta estremamente affascinata, è quello dell’amica Diana, più pacata e razionale della scalmanata Lory: ecco, definirei Diana una santa, perché sfido io a perdonare un’amica (migliore amica!) come Doty che in un momento drammatico come quello dovuto alla perdita di un padre (il padre di Diana muore a causa di un infarto) non solo si rivela completamente incapace di starle vicina, ma addirittura mantiene le distanze! Capisco la giovane età, capisco tutto…Ma ribadisco che Diana è una santa, perché oltre a non prendere sul personale questo atteggiamento (mi sa che l’ho presa più sul personale io di lei), continua a trattarla con la consueta dolcezza, senza mai fargliene una colpa o, almeno, farle pesare la sua mancanza. C’è da dire che il suo affetto incondizionato fa sentire un po’ in colpa Doty…E meno male!

“[…] Eppure, in quei giorni penosi non fu lì a consolare il dolore della sua amica. Si nascose, scappò via da quella sofferenza insostenibile senza riuscire a gestirla, incapace di affrontare un evento così tragico, di confortare la persona più coinvolta e vulnerabile. Era scappata, lasciando dola Diana. In seguito tornò in quella casa, ma un opprimente senso di desolazione la prendeva ogni volta che ne varcava la soglia e ogni volta si domandava se ciò fosse dovuto all’assenza del padre o piuttosto al suo senso di colpa.

Quel disagio si presentava, subdolo e sottile, anche quando stava con Diana e scherzava e rideva con lei, oppure le confidava qualche pensiero; sembrava creare un muro che cresceva mattone su mattone, benché l’amica non le avesse mai rinfacciato niente, trattandola con lo stesso affetto di sempre.

A parte tutto, trovo che in questo frangente l’atteggiamento di Doty sia molto fastidioso per il lettore, ma anche estremamente realistico: insomma, non è facile stare vicino ad un amico che soffre, affrontare il suo dolore…Spesso prevale la codardia e la voglia di evitare la situazione scomoda, com’è successo a lei, complice anche la giovane età. Quindi, per quanto io mi sia arrabbiata con Doty in tale contesto, devo ammettere che non gliene faccio totalmente una colpa.

“[…] Da quel momento Doty prese la grande decisione di non farsi più travolgere dagli eventi, di essere più responsabile e meno emotiva.”

Inutile dirvi che non ci riesce, specie nel momento in cui nella sua vita compare Sergio. Ah Sergio! Che dire di questo aitante giovanotto? Affascinante, schivo e taciturno, al punto da essermi chiesta più e più volte cosa ci abbia trovato in lui Doty, da subito perdutamente innamorata. Insomma, inizialmente non la considera né la cerca, dopodiché, quando la rivede, la bacia e cominciano a stare magicamente insieme, sebbene Doty sopporti a fatica le sue stranezze. Sì, perché Sergio si rivela estremamente chiuso e taciturno, con qualche improvviso scatto d’affetto nei suoi confronti…Verso la fine del romanzo, scopriamo finalmente il motivo del suo atteggiamento, tirando un bel sospiro di sollievo perché a quel punto avremo fatto tante di quelle congetture da poter scrivere un altro libro su di lui e sui suoi presunti segreti…! Anche in questa situazione, Doty si rivelerà decisamente impulsiva, forse in maniera un po’ esagerata – come le faranno accuratamente notare le amiche -, ma d’altronde questa peculiarità è parte di lei e non le toglierà la possibilità di avere il suo lieto fine.

“[…] Hai sconvolto la mia vita, lo sai?
Addirittura! si schermì Doty arrossendo.
Già… riprese Sergio Quando stavamo insieme mi mettevi di fronte alla realtà dei fatti. Ero schiacciato da un rapporto sicuro nel quale mi annullavo e poi c’eri tu, c’era questo nuovo sentimento che mi prendeva. Mi hai costretto a guardarmi dentro e quello che ho visto non mi è piaciuto molto. Forse è per questo che ce l’ho avuta un po’ con te. […] Mi sono comportato da stronzo, ma ero confuso e spaventato. Avevo paura di perderti. si avvicinò e la baciò sulle labbra.

 Effettivamente fino a questo passaggio, Sergio non mi ha mai convinto granché, nel senso che era difficile da comprendere: sembrava quasi odiare Doty eppure continuava a cercarla. Quando, finalmente, decide di aprirsi e di svelare i suoi reali sentimenti l’ho un po’ rivalutato (ma solo un po’, perché sono estremamente sensibile e non dimentico facilmente i torti!)

Oltre alle tematiche relative all’amore e all’amicizia, ho apprezzato particolarmente il realismo e la profondità con cui l’autrice ha affrontato l’argomento “droga”, purtroppo attuale oggi come ieri. Tuttavia, proprio perché le basi ci sono e sono ottimali, mi sarebbe piaciuto che avesse dedicato uno spazio maggiore alla vicenda inerente a questa problematica, nel senso che si esaurisce un po’ troppo velocemente ed è un gran peccato, perché, ripeto, l’autrice l’affronta molto bene.

Penso che, in generale, Daniela avrebbe potuto dilungarsi un pochino di più su tutta la storia, poiché ho notato che determinati passaggi si dissolvono molto rapidamente, lasciando il lettore un po’ sorpreso da tale velocità. Il contenuto dell’intreccio narrativo è buono e coinvolgente, tant’è che ha smosso in me numerosissime reazioni ed emozioni, dalla rabbia alla commozione, però, ecco, avrei apprezzato un suo maggior approfondimento. Ho notato che a tratti il romanzo assume tutte le caratteristiche del racconto, il che non è affatto un male, anche perché l’autrice scrive indubbiamente bene. Il suo stile è fluido, immediato, ma al tempo stesso ricercato; la voce narrativa si fa a tratti nostalgica, soprattutto nella parte finale del romanzo, senza, tuttavia, mai cadere nella tristezza. Anche perché tutto il romanzo viene narrato in chiave ironica.

Non erano più le ragazzine delle medie che solo ieri si divertivano insieme a fare stupidi scherzi telefonici o a intrattenere corrispondenze infantili con altri ragazzi della scuola e la cui unica preoccupazione era fare bene i compiti a scuola. Le cose stavano cambiando, alcune lo erano già da tempo e nessuna di loro avrebbe riportato indietro l’orologio. Bisognava crescere, andare avanti, giocarsi la partita con la vita fino in fondo, cercando di non perdere.

Per concludere, ho letto questo romanzo in poco tempo e l’ho fatto con un perenne sorriso sulle labbra, ragion per cui lo consiglio a tutti coloro che abbiano voglia di fare un tuffo nel passato e rivivere la propria adolescenza attraverso il temperamento vivace di Doty.

Mi permetto di dare un consiglio all’autrice: nel tuo prossimo romanzo non avere paura a dilungarti un pochino di più nel narrare le avventure dei tuoi personaggi, perché sei dotata di un ottimo potenziale sia a livello stilistico che contenutistico ed è stato per me un piacere leggerti, al punto che avrei voluto godere ancora di più della tua scrittura.

Laura Z.

Il mio giudizio:

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Un pensiero su “Recensione di: “Solo ieri” di Daniela Nardi

  1. Daniela Nardi ha detto:

    Che carina che sei! Grazie per questa recensione, così puntuale ed emotivamente coinvolgente. Anche la foto della protagonista è molto simile a quella che avevo in mente quando ho scritto il romanzo.Sulle tue note critiche devo dirti che hai ragione, avrei dovuto dilungarmi di più, ma, come tu stessa hai scritto, dimostrando raro e raffinato intuito, la mia specialità sono i racconti e il passaggio da questa categoria a quella del romanzo non è facilissima. Comunque sto migliorando e ti prometto che il prossimo romanzo sarà più lungo e approfondito. Grazie ancora Laura!

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