Recensione di “Un cielo pieno di stelle – parte 1” di Vera Demes

Ciao ragazzi!
Vi presentiamo la prima recensione a cura di Paola Garbarino per Notting Hill Books: si tratta del primo volume della serie “Un cielo pieno di stelle” di Vera Demes.

Cosa ne penserà? 🙂

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TITOLO: Come aria e fuoco

AUTRICE: Vera Demes

SERIE: Un cielo pieno di stelle #1

EDITORE: Self Publishing

DATA DI PUBBLICAZIONE: 30 Luglio 2016

GENERE: Romance
PAGINE: 398

PREZZO ebook:  € 1,50 (gratis su KU)

 

 

SINOSSI

Giulia è una ragazza fortunata. È ricca, ha molti amici e sa come divertirsi. Eppure non ha mai provato emozioni sincere e non sa cosa significhi amare davvero.
Tutto cambia, tuttavia, quando conosce Axel.
Ed è un vero colpo di fulmine.
Lui è bello, libero, non convenzionale, lavora duramente ma sa volare sulla sua tavola da surf, incurante degli obblighi, delle ipocrisie e della cattiveria della gente.
La loro storia, sbocciata sulle differenze reciproche, è proprio come una magia e, la notte di San Lorenzo, sotto un cielo pieno di stelle, entrambi si giureranno amore eterno.
Vagheggiando un sogno di vita insieme e un mondo ideale, che non conosce differenze sociali e va oltre le apparenze, Axel e Giulia si muoveranno insieme su una sottile linea di confine, incoscienti e spavaldi, sfidando il destino.
La realtà però ha ben altro in serbo per loro.
Una famiglia che diventa una prigione, la voglia di fuggire, le parole non dette.
Axel si allontanerà per sempre e Giulia non potrà fermarlo…

Un cielo pieno di stelle – Parte I “Come aria e fuoco” e il primo volume di una duologia. La seconda parte, Un cielo pieno di stelle – Parte II “Come neve e pioggia” sarà pubblicato su Amazon a settembre 2016.

RECENSIONE

Ho acquistato il libro colpita dalla copertina, in bianco e nero con un’immagine che sembra uscita da un film degli anni Cinquanta; in questa orgia di copertine con maschi seminudi o ragazze col cappellino, mi ha fatto tirare un sospiro di sollievo.
Altro enorme sospiro di sollievo è stato constatare piacevolmente che il libro è scritto molto bene (e non è una lamentela contro il mondo self, lo sono anch’io; ma un semplice dato di fatto).
La storia è classica ma di quel classico entrato negli archetipi, che non stanca mai, che fa parte di noi umani: l’amore osteggiato! Altro sospiro di immane sollievo è stato constatare che l’impedimento è a causa della famiglia e non perché il lui della situazione è un completo imbecille come purtroppo ho letto in troppi romanzi contemporanei.

“Lui si era chinato sui talloni e la fissava. I capelli bagnati gli sgocciolavano sul collo e gli occhi, di un blu intenso e compatto, creavano un contrasto straordinario con la pelle abbronzata. Si comportava in modo educato e gentile come se davvero fosse ben disposto verso il prossimo, senza alcun secondo fine e senza supponente alterigia.
Era così. Lui non se la tirava.
Era attraente ma sembrava non farci caso, per nulla intenzionato a servirsi della propria bellezza. Aveva un’espressione aperta e socievole e sembrava diverso da tutti i ragazzi che lei aveva incontrato prima di allora. Le pareva impossibile essere lì, a pochi centimetri dal suo viso pulito e poterlo osservare da vicino, le lentiggini che aveva sul naso, il pizzetto biondo sulla punta del mento, la piccola stella tatuata sul bicipite sinistro. Avrebbe voluto allungarsi verso di lui e gettargli le braccia al collo soltanto per respirare il suo odore e convincersi che fosse reale.”

Nulla di nuovo, di amore osteggiato ne narrano anche gli antichi miti e il Bardo l’ha consacrato col suo “Romeo e Giulietta”, eppure calarsi nei panni dei due giovani protagonisti è catartico e ci fa scoprire cose come se tutto fosse nuovo.

15139316_1107978335947361_481314339_nLei, rampolla alto borghese a cui la propria vita va stretta; lui, ragazzo in gamba, costretto a far da padre alla stessa problematica madre, con un vero talento per il Surf e il sogno di diventare un asso e fuggire in California. L’autrice è molto brava a creare un clima fastidioso che abbraccia tutti i protagonisti alto borghesi.
Romeo e Giulietta sono soli, abbandonati da adulti egoisti, invece Giulia è attorniata anche da persone giovani che non la capiscono, che anche quando si professano amiche non la stanno comprendendo, non la stanno supportando. Ci si chiede perché consideri
Alessia la sua migliore amica, quando è la prima a cercare di smontare15146784_1107978352614026_823745374_o il suo amore per Axel; e si resta tremendamente amareggiati quando anche la sorella maggiore, altalenante nei suoi comportamenti, la tradisce riferendo ad Axel delle menzogne che lo porteranno lontano. Personalmente non sono riuscita ad affezionarmi alla figura di Giulia, perché l’ho trovata debole e non risolutiva, come se Axel fosse il solo vero protagonista della storia, quello che si spacca in quattro, quello che lotta, quello che ci crede.

Trovo credibile la famiglia borghese che osteggia un amore con un proletario, ma non trovo credibile una serie di cose che, per il solo fatto di essere maggiorenni o che i medici sono tenuti al segreto professionale pena essere radiati dall’Albo, non sarebbero dovute accadere. Mi rendo conto che erano necessarie alla trama però ritengo che si sarebbe dovuto spiegare meglio, entrare nei meccanismi malsani di una famiglia potente capace di comprare ciò che vuole, di corrompere; oppure è stato un accorgimento della scrittrice per rendere il clima di impotenza ancora più assoluto, insopportabile, ci si sente intrappolati in un castello di cristallo dal quale si riesce a vedere il mondo fuori senza però farne parte, dove l’unica cosa vera sembra essere Axel.

“Giulia aveva gli occhi sgranati, chiaramente delusi e Axel non riuscì più a controllare ciò che provava. Allungò un braccio e la prese per la vita, attirandola a sé. Lo fece d’impulso, senza pensarci, benché avesse paura, la stessa paralizzante paura che gli arrestava il respiro ogni volta che prendeva un’onda troppo grande con la sua tavola da surf, soffocato dal terrore di soccombere e perdersi trai flutti. Chiuse gli occhi mentre l’immagine della massa d’acqua sopra di lui gli riempiva la testa e gli bloccava il respiro. E poi. Le mani di lei, sottili ed esitanti sulla sua nuca, la sua bocca che lo cercava con struggente desiderio, il suo respiro, il modo dolce e intenso con cui si strinse a lui e lo tenne abbracciato schiacciando il viso contro il suo petto, come se avesse atteso da sempre quel momento.

Axel le sollevò il mento e la baciò ancora, lentamente, perdendosi nell’emozione più vivida e intensa che avesse mai provato. Poi si staccò da lei e le sorrise.”

Il rapporto tra sorelle mi ha ricordato quello in “Ragione e Sentimento” di Jane Austen, non nell’affetto che comunque le lega nonostante le differenze, ma nel modo di affrontare l’amore. Claudia è Ragione e Giulia è Sentimento. Claudia riflette, organizza, è in fondo melliflua; mentre Giulia agisce d’istinto, è passionale, agisce prima di riflettere. E, come nel romanzo della Austen, in questa prima parte della duologia sembra che il Sentimento perda, che alla fine sia Claudia quella fra le due ad aver ottenuto maggiormente.

Non è possibile scendere in maggiori dettagli senza rischiare uno spoiler troppo grande, quindi mi fermerò qui. In tutto questo grigio, in questa debolezza, in questa ottusità, la figura di Axel ne esce splendente quanto il Sole. A lui ci si affeziona eccome! Di Axel ci si innamora! E ci viene voglia di seguire il suo sogno, andare in ricerca delle sue radici americane e volare via con lui cavalcando le onde, (citando i Pearl Jam) “Laddove l’onda ci prende”.

Aspetto il seguito per vedere se e in che modo Giulia riuscirà finalmente ad affrontare le sue debolezze. Consiglio all’autrice di mettere un “Continua” alla fine del libro, (magari anche con un graditissimo piccolo anticipo) per non gettare nell’amarezza altre lettrici e non far detestare la debolezza della protagonista.
Un romanzo intenso. Consigliato!!!

Paola Garbarino.

Il mio giudizio:

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