Buongiorno Notters!
Ricominciata la settimana lavorativa eh?
Beh, se volete trovare un motivo in più per sorridere non potete perdervi il libro di cui vi parlo oggi, un libro scritto da un’autrice che adoro è che ammiro tantissimo, un’autrice che non mi stancherei mai di leggere…
Sto parlando di Federica D’Ascani e del suo “Vampyland: un Natale da ricordare”!


AUTRICE: Federica D’Ascani
GENERE: Narrativa per bambini
EDITORE: Self-Publishing
DATA PUBBLICAZIONE: 01 dicembre 2016
PAGINE: 118
FORMATO: cartaceo
PREZZO: € 6,99
SINOSSI
Sei mai stato a Vampyland? No? Be’, neanche Francesco. Ma Danny, il suo migliore amico, è proprio da lì che proviene, e il suo tempo sulla Terra sta scadendo, ormai. Mancano poche settimane prima che il piccolo pipistrello di peluche sia costretto a tornare indietro, dal Signor Dentifini, e la prospettiva non piace a nessuno dei due amici. Il pauroso Arcivampiro, infatti, non è solo cattivo e perfido, ma vuole fare di Danny un vampiro a tutti gli effetti, proprio come lui.
Con Natale alle porte, questo di certo non è un bel modo di festeggiare. Anche perché il piccolo peluche è l’unico amico di Francesco. Senza di lui, con chi parlerà? Poche parole e la musica rock sono tutto ciò a cui è abituato. Da sempre…
Ma… La magia del Natale arriva anche in casa dei due amici e Beatrice, una bambina dalle trecce arancioni come le carote, irromperà nelle loro vite come un tornado di simpatia, abbattendo una a una tutte le barriere di Francesco.
Il primo episodio di “Vampyland” ti attende: verrai catapultato in un mondo completamente diverso da quello che conosci. E una volta incontrato Danny, tornare indietro sarà impossibile!
RECENSIONE
***ATTENZIONE, POSSIBILI SPOILER!***
***ATTENZIONE, POSSIBILI SPOILER!***
Francesco è un ragazzo speciale.
È un ragazzo che non ha necessariamente bisogno di parlare per farsi capire e comprendere ciò che lo circonda, no.
È un ragazzo che non ha bisogno di grandi gesti o grandi attenzioni.
È un ragazzo che si diverte con poco e facilmente, ma che, con la stessa facilità, può chiudersi a riccio e dirsi ferito.
È un ragazzo buono, puro e semplice, dorato di una sensibilità unica e fuori dal comune, quella stessa sensibilità che, però, spesso lo fa sentire un pesce fuor d’acqua in quel mondo tanto bello quanto difficile, il mondo dei bambini.

Si perché Francesco non é un ragazzino come tutti gli altri, questo almeno è quello che gli hanno sempre detto; ma infondo poi cos’è la normalità?
Noi la troviamo nelle parole, nei dialoghi, nelle discussioni, nel nostro modo convenzionale di esprimerci che ci permette di essere compresi e di capire gli altri. Ma chi l’ha detto che tutto ciò che è al di fuori di questo non è normale?
Esistono i gesti, esiste la manualità, esiste lo sguardo, esiste la comunicazione non verbale del corpo.
Gli occhi, le mani e il corpo possono dire molto di più di mille parole, basta saperli utilizzare.
E Francesco sa farlo; sa utilizzare il suo corpo per farsi capire, riesce a cogliere quello più di quanto la gente possa mai pensare con un semplice sguardo.
Peccato, però, che nessuno riesca a capire lui…
nessuno riesce a capire l’espressione della sua contentezza, sbattendo i piedi e facendo una giravolta.
Nessuno riesce a capire che quando è confuso lo esprime dondolando su se stesso oppure quando è triste si accovaccia in un angolino e inizia ad ascoltare la sua musica rock.

Allora si, allora forse Francesco è davvero speciale perché diverso dagli altri; ma a me piace pensare che siano gli altri ad essere diversi da Francesco perché il suo modo di vivere, il suo modo di esprimersi è puro e semplice proprio come lui.
E non è difficile da capire, anzi, è più difficile capire noi grandi che diamo importanza a cose che non dovrebbero nemmeno averne, complicando così relazioni, rapporti e discussioni.
Invece sarebbe così semplice affrontare la vita come l’affronta Francesco che, a differenza di quello che si può pensare, non è poi così solo…
Danny… Be’, lui sì che era forte! Un vampiro proprio forte… Certo, era completamente diversoda tutti quelli di cui aveva sempre sentito parlare, ma proprio per questo sentiva di non poter più fare a meno della sua amicizia. Vulcanico, dalla simpatia fuori dal comune, quel pipistrello peloso era l’unico essere in grado di capirlo alla perfezione. E poi non doveva andare a scuola e già questo lo rendeva un eroe, ai suoi occhi. Sua madre, d’altro canto, non voleva che Francesco lo portasse con sé in classe, diceva che i giochi non erano ammessi. Già, i giochi… Lei non sapeva cosa fosse Danny, non immaginava che era in grado di parlargli, di spiegargli le cose che non capiva, che nessuno voleva spiegargli.
Danny è il suo migliore amico.
Piombato nella vita di Francesco dal nulla, catapultatosi nella sua stanza in una fredda e grigia giornata invernale, quel peluche di pipistrello che parla con lui, che mangia chili di cioccolata con lui, che gli svolazza sempre intorno e che gli prende le guance per abbracciarlo, è l’unico vero amico che ha.
L’unico con cui Francesco riesce a parlare.
L’unico con cui si sente se stesso.
L’unico con cui non si sente giudicato, semplicemente perché non lo giudica.
L’unico con cui si sente libero di esprimersi nel suo modo convenzionale, nel modo che conosce.
Nasce quindi una bellissima e solidissima amicizia, una di quelle che sarà destinata a durare per sempre… o forse no?
«Tu hai… cooooosa?» chiese sbigottito Danny, balzando sul materasso. «Non è possibile… tu… lei…Ma è fantastico! Se diventate amici io potrò finalmente tornare a casa mia!» esclamò contento il vampiro tappandosi subito dopo la bocca. Francesco lo guardò confuso e Danny distolse lo sguardo.«Credo di aver parlato troppo…» ammise il pipistrello iniziando a camminare avanti e indietro sul letto.
Già, avete capito bene: Danny non potrà starà per sempre con Francesco, Danny dovrà tornare a Vampyland, la sua città.
Ma quando? E perché? Ma soprattutto: perché allora è entrato nella vita di Francesco?
Quel che il nostro amico Francesco ignora è che Danny è in missione, una missione che potrebbe avere più o meno l’età di Francesco, due occhi grandi e luminosi, vestitini rosa e lunghi capelli arancioni… una missione che ha un nome: Beatrice.
Una missione che si deve trasformare in una sola cosa: amicizia.
“Vampyland: un Natale da ricordare” è un libro straordinario.
È un libro scritto per sensibilizzare tutti noi riguardo ad un tema importante e spesso taciuto, come quello dell’autismo.
E ciò che rende questo libro veramente speciale, è che l’autrice l’abbia fatto in maniera completamente anticonvenzionale, proprio come il nostro Francesco.
Perché questo non è assolutamente un libro triste, che racconta con drammaticità la storia di un bambino autistico che fatica ad integrarsi in società.
No, questo è un libro divertente, ironico, coraggioso e che infonde speranza.
È un libro che racconta la stessa storia, ma con una chiave di lettura diversa, una chiave di lettura che non ha bisogno di toccare determinate corde per immedesimarsi e far capire la grandezza e l’importanza dell’autismo.
Ma tocca, invece, le corde giuste per far capire che ciò che ci sembra lontano e diverso da noi, può essere veramente speciale.
E il fatto che l’autrice abbia deciso di scrivere questa storia apposta per i bambini, apposta per far comprendere loro che la diversità è simbolo di unicità, è assolutamente geniale.
Ma ciò che è ancora più geniale è che forse questo libro serve più ai grandi, per tornare a pensare come quando erano bambini, per tornare a pensare con semplicità.
Un ragazzo “diverso”, un’amicizia “diversa”, una storia “diversa” sono gli ingredienti di questa storia che nella sua diversità, è semplicemente ciò che tutti noi vorremmo nella nostra normalità.
Brava Fede, come sempre sei una garanzia!
Edna
Il mio giudizio:
Io ti adoro. Ecco. Mica perché mi ha detto che sono geniale ( 😀 ) ma per le parole che hai speso per Francesco e per la sua storia.
Grazie di cuore: per aver capito, per essere entrata in questo mondo, per essere stata pronta a voler conoscere i miei amici 😉
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