Buongiorno Notters!
Oggi vi parlo di “Cristallo”, il bellissimo libro di Federica d’Ascani.
Un libro che amavo già dalla sinossi, perché sono affascinata e molto interessata a tematiche come questa e che, leggendolo ho amato sempre di più.
Cosa ne penso?
Leggete qui! 😉
TITOLO: Cristallo
AUTRICE: Federica D’Ascani
GENERE: Narrativa
EDITORE: Self-Publishing
DATA PUBBLICAZIONE: 26 maggio 2015
PAGINE: 168
FORMATO: ebook / cartaceo
PREZZO: 0.99€ / 12.48€
SINOSSI
Perdersi negli occhi di Vittorio e riaccendere la passione che l’ha legata a lui, come un cristallo che riflette la luce del sole… Vera vuole solo questo: l’amore per come lo ricorda, per come la fa stare bene. Ma Vittorio è lontano, distante, duro e a volte anche spietato. Forse troppo. Eppure la felicità sarebbe a un passo da lei, a un passo dal quel senso di vuoto che sente quando lui la tocca. A un battito di ciglia dalla bolla in cui è immersa: per non soffrire, per non vedere.
La seconda attesa edizione di Cristallo, il primo vero romanzo che indaga gli aspetti della violenza psicologica rendendoli reali.
Perché ci sono coppie che non andrebbero composte, amori che non dovrebbero neanche accendersi…
RECENSIONE
ATTENZIONE, POSSIBILI SPOILER
Amori sbagliati.
Amori malati.
Amori tossici, velenosi.
Amori che entrano nelle vene come la peggiore delle droghe.
Amori che non possono avere un “lieto fine”.
Amori che non conoscono la speranza, la dolcezza, il rispetto, la lealtà.
Amori che, semplicemente, non hanno ragione di esistere.
Questi sono gli amori che sempre più spesso si affacciano alla nostra quotidianità, che interferiscono con la nostra vita e che siamo costretti ad affrontare giorno dopo giorno.
Sono amori che ci rifiutiamo di credere che esitano, che troppo spesso siamo abituati a far finta di non vedere, non sentire, perché è più facile nascondere l’evidenza che combatterla.
E questo è anche l’amore di Vera per Vittorio, i protagonisti di questo meraviglioso libro.
Vera è una ragazza che ha smesso di sperare, di sognare, di vivere.
Le sue giornate sono un susseguirsi monotono di sopravvivenza, segnate dalle liti con lui.
«Vaffanculo! Sei solo una testa di merda… Che ci sto a fare ancora qua? Tanto non servi a un cazzo, l’ho sempre detto…»
«Aspetta, aspetta, aspetta» piagnucolò in una cantilena stonata e lacrimevole. Ma lui era già lontano, non sarebbe tornato indietro.
Liti che spengono sempre più, giorno dopo giorno, ora dopo ora, attimo dopo attimo, la luce di Vera.
Liti a cui è abituata, ma che in realtà la feriscono ogni volta come se non si fosse abituata mai.
Perché il più futile dei motivi, quando si perde la magia dello stare bene insieme, diventa il più grande tra i problemi e Vittorio non si risparmia nel farlo notare a Vera.
Parole cattive, acide, di odio, sono all’ordine del giorno per questo amore malato.
Un amore in cui Vera ha creduto e in cui credere ancora, perché nonostante tutto lei è dipendente da Vittorio; le crea assuefazione come se fosse la sua dose giornaliera di eroina. Impossibile smettere.
Ed è questo il motivo che la spinge a sopportare tutto: sa che Vittorio, anche dopo la peggiore delle litigate subite da Vera, torna sempre da lei.
«Girati. Voglio scoparti.»
Davanti a quegli occhi, a quella bramosia, a quell’imperativo capace di incendiarla non sapeva neanche lei perché, dimenticò in un baleno tutte le buone intenzioni, tutto ciò che aveva animato la sua ribellione negli istanti appena trascorsi. Annegò nello sguardo glaciale di Vittorio, nelle sue braccia conserte, nella sua postura arrogante, abbandonato allo stipite della porta, mentre la osservava con… il vuoto dentro.
«Ho detto girati. E voglio prenderti davanti allo specchio e guardarti mentre te lo sbatto dentro.»
In un momento Vera si sciolse in un sorriso condiscendente, idiota. Sì, idiota, eppure l’unica cosa a cui riusciva a pensare, in quel momento, era l’incondizionato amore che la legava al suo uomo. Era tornato da lei, voleva pur dire qualcosa, no?
Eppure Vera sa, infondo al cuore, che quello non può essere vero amore.
Fare l’amore con brutalità non può essere vero amore.
Come non può esserlo pensare che la tua compagna sia una nullità e non accompagnarla mai ad una cena in famiglia.
Non può esserlo arrivare a pensare di togliersi la vita sotto ad una doccia, dopo l’ennesima sfuriata di lui che dice che sei cambiata, che non sei più la stessa.
Già perché è questo che fa un amore malato, dove la violenza psicologica è protagonista, è questo quello che fa Vittorio nei confronti di Vera ogni santo giorno: la fa sentire colpevole di ciò che sta accadendo, la fa sentire sbagliata, come se la sua aggressività verbale fosse colpa sua.
E sapete qual’e il bello?
Che Vera ci crede.
Crede di essere lei quella che ha rovinato tutto, quella che ha minato per prima il loro rapporto e ora ne paga le conseguenze e quindi si merita il trattamento che tutti i giorni le riserva Vittorio.
Perché lei sa che il loro rapporto non era così, erano stati anche felici insieme.
Lei era felice.
Vera era una di quelle ragazze che non appena sorrideva le brillavano sempre automaticamente gli occhi di luce propria.
Una gioia di vivere contagiosa, il piacere di stare in compagnia, di ridere e di scherzare erano le sue carte vincenti.
Ora, invece, le sigarette, i chili di troppo presi per disperazione e le lacrime perenni sono i suoi migliori amici, non l’abbandonano mai.
A niente servono le occhiate in tralice dei colleghi, le morali della sua famiglia, il tentativo del migliore amico di lui di aprirle gli occhi.
Niente e nessuno la disintossicherà mai dal suo amore malato per Vittorio, convinta di amarlo ancora, nonostante tutto.
Almeno fino a che non si imbatte in Claudio.
Claudio è il suo sogno proibito di quando Vera era adolescente; è sempre stata innamorata di lui e dei suoi occhioni profondi, talmente azzurri da vederci dentro il mare.
Erano ottimi amici anche se Vera sperava fossero qualcosa di più, ma la differenza di età era troppa in quel periodo e così si persero di vista.
Ma è bastato poco a Vera per ricordarsi di lui: un attimo di lucidità e un social network.
Iniziano così a ricostruire in maniera epistolare il loro rapporto, parlando del passato e raccontandosi del presente.
Ma Claudio non si accontenta di parlare con lei attraverso lo schermo di un computer, lui vuole vederla.
Vuole rivedere il peperino che tanto lo affatto penare quando erano più piccoli e vedere coi suoi occhi in che meravigliosa donna si è trasformato.
Peccato che non sappia che della vecchia Vera non sia rimasto più nulla, nemmeno una traccia.
Vera, dal canto suo, è emozionantissima.
Ogni volta che il nome di Claudio compare tra le sue e-mail, un sorriso compare sul suo triste viso e il suo cuore manca un battito.
Accetterà di vederlo?
Come gestirà il rapporto con Vittorio alla luce di quello che sta accadendo con Claudio?
La sua dipendenza da Vittorio sarà talmente forte da dimenticarsi per sempre di Claudio oppure riprenderà in mano la sua vita e ricomincerà da capo con Claudio?
Tutto questo e molto altro è “Cristallo”.
Questo libro mi è letteralmente entrato dentro.
È una storia maledettamente vera, reale, che racconta l’altra medaglia dell’amore oggi.
È una storia cruda, dura, raccontata con grande amarezza ma al tempo stesso con grande coraggio perché sono poche le persone che decidono di affrontare un tema difficile e importante come questo, la violenza psicologica, e farne un libro.
Un tema che è affrontato a muso duro, nel modo giusto, perché a niente servirebbe affrontarlo con garbo e leggerezza.
Questa storia entra nella mente e nel cuore del lettore proprio perché l’autrice ha scelto di raccontarcela senza sconti, senza riserve, senza paura delle conseguenze.
Uno stile graffiante, schietto, ma al contempo elegante, rendono il racconto un vero e proprio “cristallo”: un gioiello unico nel mondo della letteratura.
“Cristallo” è un libro che tutti dovrebbero leggere perché apre gli occhi su una realtà spaventosa ma purtroppo sempre più vicina a noi, perché fa capire i motivi di determinati comportamenti, di certi silenzi.
È un libro che va vissuto, oltre che letto, perché vuole essere un aiuto a chi, come Vera, subisce violenza psicologica ma non ha mai chiesto aiuto.
Ma è anche per chi la violenza psicologica non sa cosa sia, e magari la subisce senza rendersene conto e non l’ha mai subita in vita sua.
È un libro che richiede coraggio per essere letto e compreso, ma che, in cambio, regala emozioni vere e sincere, quasi da poterle toccare con mano.
È un libro dal quale non mi separerò più.
È, ormai, il mio “cristallo”. ❤
Edna.
Il mio giudizio:
Oddio, grazie di cuore! Davvero! Se sono riuscita a farti entrare nella storia così tanto non posso che esserne felice. Allora il mio passato a qualcosa è servito, via 😀
Grazie mille a te e a tutto lo staff! ❤
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