Recensione di: “Fragole a Novembre” di Prisca Turazzi

Buondì Notters!
Oggi sono di nuovo con voi per raccontarvi una storia un po fuori dagli schermi la storia di Francesca in “Fragola a novembre” di Prisca Turazzi.
Forza Notters, venite a scoprire cos’ho in serbo per voi! 😉

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FRAGOLE FRONT

TITOLO: Fragole a novembre
AUTORE: Prisca Turazzi
COLLANA: Misfatti
EDITORE: Adiaphora Edizioni
DATA PUBBLICAZIONE: 01 Agosto 2016
GENERE: Testo teatrale
PAGINE: 40 circa
FORMATO: eBook
PREZZO: gratis


SINOSSI

Francesca ha visto la propria vita appassire, fallimento dopo fallimento. Non crede più in se stessa né nel proprio futuro. Sarà attraverso lo schermo che ritroverà una dimensione dove dar sfogo ai propri desideri e bisogni. Una nuova fantasia condivisa con Salvo, uno scultore misantropo e scorbutico, che la farà sentire per la prima volta… libera.
Ma riusciranno i loro sentimenti a sopravvivere alla realtà?

RECENSIONE

Non mi era mai capitato, prima d’ora, di leggere il testo di un’opera teatrale.
Di avere tra le mani le scene, divise in atti e scorrerle con la mente, con la mia immaginazione, anziché vederle coi miei occhi su un palcoscenico.
È un’esperienza strana, perché un’opera teatrale non è un racconto come tutti gli altri: ogni più piccolo particolare è di estrema importanza e ciò che dovrebbe essere il contorno diventa automaticamente il centro della storia.
Non è come leggere un libro “comune”, è più difficile, sicuramente, ma è anche bello per le emozioni vive che regala.

“Fragole a novembre” racconta la storia di Francesca, una giovane donna con tutta la vita davanti ma con poca voglia di viverla perché tutto quello che la circonda non la stimola. image
Lasciata dal fidanzato e costretta ad allontanarsi dalla sua migliore amica, il mondo di Francesca è completamente in bianco e nero, nessun colore tinge le sue giornate.
Niente la appassiona, niente la entusiasma, neppure il suo lavoro, quel lavoro per il quale ha tanto studiato e nel quale ha tanto creduto: insegnare.
Sì, lo ha fatto per un po ma non è servito, non è bastato.
Perché dopo un po’, anche quello ha perso colore.
E così si ritrova ad uno speed date, lo scenario principale del racconto, davanti a Sergio, un perfetto sconosciuto che nota qualcosa in lei, che cerca di scoprire qualcosa in lei…

SERGIO: Mi chiamo Sergio, e tu?
FRANCESCA: Io? Non so – Io? Francesca
Senti, non voglio illuderti. Non cerco nessuno al momento.
SERGIO: E come mai sei qui, allora?
FRANCESCA: Forse per caso, forse no.
SERGIO: Sembra l’inizio di una bella storia.
FRANCESCA: Beh, è stata brutta per un po’. Sto cercando ancora di capire come andrà a finire. Forse sono in cerca di un lieto fine a sorpresa, e magari è per questo che sono qui. I lieto fine non si negano a nessuno, dopotutto; quindi a me per una volta potrebbe andare persino bene.
SERGIO: Abbiamo tre minuti per conoscerci, ti va di raccontarla? Così ti aiuto a trovare un finale.

Francesca incredibilmente si apre, inizia a raccontare a quel viso che non conosce la sua storia e, nel momento in cui scade il loro tempo, si ritrova a fissare nuovamente il viso di Sergio che ha insistito per passare altro tempo con lei, incuriosito ormai da quella bizzarra ragazza.

E Francesca riparte, ricomincia a raccontargli gli episodi della sua vita che l’hanno cambiata, che l’hanno trascinata in quell’abisso oscuro e soffocante in cui si è adagiata per troppo tempo, almeno finché non ha incontrato Salvo.

Salvo è uno scultore scontroso e scorbutico, la sua vita ruota intorno ad una sola cosa: l’odio per il genere umano.
Incapace di avere relazioni o di provare ad averne, Salvo è un uomo profondamente solo che si rifugia ogni giorno tra le braccia della sua più cara amica: la fantasia.
Ed è proprio quest’ultima che aiuterà francesca e Salvo a far nascere qualcosa tra loro.
Aiuterà Francesca a lasciarsi andare alle sensazioni, a godere delle piccole cose della vita, a non vedere sempre e continuamente il bicchiere mezzo vuoto ma mezzo pieno, l’aiuterà ad aprire il suo cuore a Salvo.
E aiuterà Salvo a non essere sempre così scontroso perché la gentilezza è una rarità che va maturata giorno dopo giorno con costanza e rispetto, lo stesso che bisogna avere verso gli altri per stare bene con se stessi, lo aiuterà ad aprire il suo cuore ormai incatenato a Francesca.

SALVO: Francesca, è la nostra fantasia: possiamo fare come vogliamo. Per eimage (1).jpegsempio, cosa vorresti ora?
FRANCESCA : Avrei una gran voglia di fragole. Ma è novembre ed è impossibile…

(Un cameriere porta in tavola una ciotola di fragole ricoperte di cioccolato bianco ed esca di scena senza fermarsi. Francesca ride). “

E, come in una bella favola, un ballo dolce e lento accompagnerà il battito dei loro cuori, che oramai si appartengono.
image (2)“Fragole a novembre” mi ha stupito e non nego che mi piacerebbe tantissimo vedere l’opera a teatro, dopo aver letto il testo che, seppur breve, è davvero denso e ricco di significati.
Sì perché credo che l’autrice abbia voluto lanciarci molti messaggi con quest’opera e lo fa in sole quaranta pagine, compiendo un piccolo miracolo.
Molte sono le sensazioni che mi ha lasciato questa lettura: tristezza, rabbia, gioia.
Leggendo “Fragole a novembre” ho capito quanto può essere importante nella vita continuare a sorridere anche quando si vede tutto nero, trovare sempre una ragione per alzarsi al mattino perché nella propria vita una ragione c’è sempre.
Ho capito che sono le piccole cose che arricchiscono l’uomo e che i grandi gesto servono a poco se poi mancano le giuste attenzioni nella quotidianità.
Soprattutto, ho capito la bellezza di leggere un’opera teatrale quando, scettica, pensavo che non mi avrebbe potuto dare le stesse emozioni che stare seduta in prima fila a teatro e godermi lo spettacolo.

Beh, anche se ero seduta sul divano di casa cari Notters, io lo spettacolo me lo sono goduto lo stesso! 🙂

Edna.

 

Il mio giudizio:

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