Ciao Notters!
Siete pronti a conoscere l’ultimo libro che ho letto? Si tratta di “Non lasciarmi cadere” di Emiliana Erriquez, un romanzo in grado di mostrarci tutte le sfumature che può assumere l’amore nelle sue diverse forme.
Pronti, via! 🙂
TITOLO: Non lasciarmi cadere
AUTRICE: Emiliana Erriquez
GENERE: Romanzo rosa
EDITORE: Self-Publishing
DATA DI PUBBLICAZIONE: 17 ottobre 2016
PAGINE: 156
FORMATO: Ebook/Cartaceo
PREZZO: 1,99/8,84 €
SINOSSI
Mentre passeggia nella sua amata campagna, una sera Lucia – giovane avvocatessa tornata nel Salento per difendere la propria terra [Simbolo] incontra Emilio, un appassionato agronomo che da anni aiuta suo nonno Nino a prendersi cura dei propri uliveti. Entrati subito in sintonia, i due giovani partecipano alle lotte contadine, animati dall’amore per la propria terra, dal bisogno di difendere le tradizioni e la cultura secolari. Fino a quando Emilio un giorno scopre il segreto di Lucia, continuando a restarle accanto nonostante i propri dubbi, a resistere a quelle emozioni contrastanti che sente nascere dentro, a consigliarla, a proteggerla come merita. La vita di Lucia, che sembra aver preso una direzione precisa, a un certo punto viene sconvolta in seguito al ritrovamento di alcune lettere del nonno, lettere che contengono una verità che rischia di travolgere tutte le sue certezze. Quella scoperta servirà a farle comprendere il valore di una vita spesa all’insegna del sacrificio, lasciandole addosso tutta l’amarezza dei rimpianti e delle rinunce a cui il nonno è andato incontro solo per il suo bene. Ma le regalerà anche il coraggio necessario a fare scelte ponderate per garantire alle persone che ama un futuro diverso.
RECENSIONE
***ATTENZIONE, POSSIBILI SPOILER***
Lasciatemi dire subito una cosa: grazie a questo romanzo ho annusato il profumo degli ulivi del Salento, respirato l’amore dei contadini per la loro terra, vissuto appieno la sensazione di familiarità provata dalla protagonista non appena rimette piede nel suo paese d’origine.
È proprio con il ritorno di Lucia nel luogo in cui ha vissuto insieme a nonno Nino che comincia la storia. Lui è il solo famigliare che le sia rimasto in seguito all’incidente nel quale sono stati tragicamente coinvolti la nonna ed entrambi i genitori (avvenuto quando Lucia era solo una bambina) ed è per questo motivo che l’ha cresciuta completamente da solo.
Nonno Nino è un uomo semplice, strettamente legato alla terra che lavora e da cui trae sostentamento, soprattutto gli ulivi. Non è particolarmente espansivo né incline alle manifestazioni d’affetto; eppure, già dalle prime pagine il lettore percepisce distintamente l’infinito amore che prova per sua nipote Lucia.
“[…]Persino dopo la loro morte non sono stato in grado di coccolare mia nipote come meritava. Nessuno mi ha mai insegnato a farlo. Preferisco altre piccole e all’apparenza insignificanti azioni quotidiane, come preparare per lei la colazione, farle trovare una tazza di caffé fumante al mattino, sedermi a tavola e chiacchierare. Spero solo che questo sia servito negli anni a lasciarle comprendere l’amore sconfinato che nutro nei suoi confronti, lei che è tutta la mia vita ora. Come lo sei stata tu un tempo, ormai lontano e perduto.[…]”
Come si evince fin dall’inizio del romanzo, nonno Nino è solito scrivere lettere ad una misteriosa donna di nome Gemma, di cui, evidentemente, è stato (ed è tutt’ora) perdutamente innamorato. Ciò che sorprende, però, è che non si tratti della stessa donna che fu sua moglie e, soprattutto, che Lucia sia all’oscuro di tutto, lettere comprese.
Nel momento in cui Lucia torna dal nonno, apprende che, da qualche tempo a questa parte, l’anziano parente teme gli giunga una notifica di eradicazione degli ulivi, come purtroppo sta accadendo a molti suoi compaesani. Così, Lucia, decide di fermarsi in Salento per tutto il tempo necessario ad aiutare il nonno a sostenere la sua causa, sfruttando le conoscenze acquisite grazie alla professione esercitata, ma anche per rivelargli al momento opportuno il segreto che l’ha spinta a tornare a casa.
Grazie alla citazione che ne fa l’autrice stessa, la canzone “Io che amo solo te” nella versione cantata da Alessandra Amoroso è diventata per me la colonna sonora di questa storia.
“[…]C’è gen
te che ama mille cose
e si perde per le strade del mondo.
Io che amo solo te,
io mi fermerò
e ti regalerò
quel che resta
della mia gioventù.”
Pensavo a quel bambino che piano piano stava crescendo dentro di me, che avevo rischiato di sacrificare solo per inseguire il sogno di un amore illusorio e crudele. I versi mi risuonarono in testa, era come se quelle parole fossero state scritte per lui, come se le avessi scritte io.[…]”
Ecco qual è il segreto che Lucia si porta dentro e che non trova il coraggio di rivelare a nonno Nino: è incinta. Aspetta un bambino da un uomo di nome Oscar che l’ha lasciata in seguito alla notizia, poiché rifiutò di abortire come avrebbe voluto lui.
Dunque, Lucia è tornata a casa per rimettere insieme i pezzi del proprio cuore sbriciolato dall’egoismo di colui che credeva l’amasse, quando, inaspettatamente, ecco che due occhi castani e incredibilmente sexy la fanno capitolare. Sono gli occhi di Emilio, giovane agronomo che da anni aiuta nonno Nino nella gestione della massoneria.
Dai loro primi approcci, Emilio rivela di essere un ragazzo molto dolce e generoso, oltre che bello da impazzire.
“[…]«Stai bene?» mi chiese Emilio allungando una mano verso la mia. Quel contatto fu come una scossa. Mi ripresi quasi subito, allontanando i pensieri che mi stavano soffocando. Accolsi il calore della sua mano come un dono, provando nei suoi confronti una segreta gratitudine.[…]”
Emilio sembra essere contraddistinto da una naturale propensione a prendersi cura delle persone a cui vuol bene ed è esattamente ciò che fa con Lucia. Senza contare che è il primo ad intuire il suo segreto, serbandolo rispettosamente per sé fino a quando la ragazza si sentirà pronta a svelarlo al nonno.
“[…]Scossi la testa, incredula. «Io lo farò invece. Non ho bisogno del tuo permesso.»
Questa volta, quando mi alzai, lui non cerco di trattenermi. «Smettila di trattarmi in questo modo. Perché lo fai?» lo accusai, irritata.
«Faccio cosa?» disse lui in tutta risposta.
«Cerchi di proteggermi.»
«E non va bene se una persona lo fa?» si difese alzandosi a sua volta.
Non trovai nulla da obiettare, ma continuai a fissarlo per capire quello che gli passava per la testa.[…]”
La storia scritta da Emiliana è tranquilla e gradevole, senza particolari colpi di scena o momenti di suspense. La definirei una lettura piacevole, intima, anche se personalmente avrei gradito qualche scossone in più, nel senso che non vi sono particolari contrasti tra i personaggi della storia che coinvolgano emotivamente il lettore. Salvo scoprire che la madre di Emilio si chiama Gemma, proprio come la destinataria delle lettere di nonno Nino, che Lucia finirà per scoprire per caso…
Ecco, nonostante questa rivelazione e il diverbio scaturito tra Lucia e il nonno, i due ci mettono presto una pezza sopra, facendo sì che, ancora una volta, trionfi la tenerezza da cui entrambi sono contraddistinti oltre che una notevole dose di comprensione.
Intendiamoci, ho apprezzato la dolcezza da cui è intrisa l’intera trama e, in particolar modo, il legame speciale che unisce nonno e nipote. Forse, però, mi aspettavo qualche conflitto in più o almeno qualche fraintendimento, visto che c’erano tutte le carte in regola per crearne a iosa; anche delle semplici e “banali” difficoltà tra Lucia ed Emilio avrebbero reso la lettura leggermente più frizzante. Invece è come se i due fossero predestinati, perché dal primo momento in cui i loro occhi si sono incrociati si sono compresi a fondo.
“[…]«E poi…Ti amo, Lucia. Non si tratta solo di tuo nonno e della profonda riconoscenza che nutro nei suoi confronti. Si tratta di te e di me. Si tratta di noi. Voglio passare con te il resto della mia vita. Voglio svegliarmi al tuo fianco, sentire il tuo respiro mentre dormi di notte, veder crescere questo bambino, giocare con lui, fare lunghe passeggiate tra i viali della masseria, prenderci cura della nostra terra, della nostra famiglia.»[…]”
La questione relativa alla possibile eradicazione degli ulivi, che pure è un perno fondamentale all’interno della storia come metafora a non mollare mai nella vita, viene lasciata un po’ sospesa; tuttavia, il messaggio finale lanciato da nonno Nino è bellissimo e pieno di positività. Tutti noi dovremmo applicarlo nella vita.
“[…]«La fortuna è la mia, Lucì» disse quando riuscì a riprendere il controllo delle proprie emozioni. «E la vuoi sapere la verità? I miei ulivi non li toccheranno, ma se dovesse malauguratamente capitare, il mio cuore sopporterà anche questo, nipote mia. Finché ci sarai tu al mio fianco a prenderti cura di queste vecchie ossa, finché potrà svegliarmi e guardare il viso di Gemma liberamente senza vergognarmi più, finché saprò che c’è Emilio a prendersi cura di te e di questo bambino, allora potrò sopportare tutto. E se anche pochi ulivi verranno sradicati, noi ne pianteremo di nuovi. Io e te. La natura farà il suo corso e la nostra vita continuerà come ha sempre fatto, perché siamo come questa terra, Lucì. Capaci di non arrendersi mai.[…]”
Per concludere, il romanzo è ben scritto e ho apprezzato la cura per la descrizione dei dettagli sfoggiata dall’autrice.
Personalmente, come ho già detto, avrei approfondito maggiormente alcune dinamiche relazionali tanto per dare un po’ di brio alla lettura, ma ciò non toglie che il libro sia delizioso, la trama azzeccata e che scivoli via che è un piacere.
In particolare, è bello percepire le diverse “facce” che l’amore può assumere: per un uomo, per un figlio, per una nipote…E tutte le rinunce che determinati sentimenti impongono.
Consiglio questo libro a chiunque abbia voglia di leggere una bella storia disimpegnata, rilassante e che sia ancorata alle tradizioni.
Laura Z.
Il mio giudizio: