Buongiorno Notters,
oggi vi parlo di “L’eco del rimorso” di Lucio Schina, un racconto molto breve sospeso tra leggenda e sovrannaturale.
TITOLO: L’eco del rimorso
AUTORE: Lucio Schina
EDITORE: Self-Publishing
DATA PUBBLICAZIONE: 27 Aprile 2016
GENERE: Fantasy/noir
FORMATO: eBook
PAGINE: 50
PREZZO: € 0,99
LINK PER L’ACQUISTO: QUI
SINOSSI
Una lontana isola del nord nascosta tra le onde dell’Oceano.
Un’antica leggenda che cela un mistero da scoprire.
Il ricordo di un’eco che libra tra realtà e magia.
Un antropologo che affronta il suo viaggio alla ricerca della verità.
Un racconto che unisce avventura e misteri, dove il tempo ridefinisce i suoi cicli per creare una realtà alternativa.
RECENSIONE
ATTENZIONE, POSSIBILI SPOILER
Premetto che non sono mai stata un’amante dei racconti proprio per la loro brevità, se devo scegliere preferisco perdermi tra le infinite pagine di una storia, se non addirittura di una saga.
Ogni volta che leggo un racconto ci vado molto cauta, sempre mantenendo il gusto di scoprire la storia che si vuole raccontare.
“L’eco del rimorso” è una di quelle storie che, a mio modesto avviso, ha potenziale, che potrebbe essere trasformata in qualcosa di più 😉
Mi hanno sempre affascinato le storie (romanzate e romantiche) sui fantasmi e la storia di Lucio mi ha incuriosita, un vero peccato fosse così breve 😉
Una lontana isola del nord nascosta tra le onde dell’Oceano.
Un’antica leggenda che cela un mistero da scoprire.
Il ricordo di un’eco che scivola tra realtà e magia.
Un uomo alla ricerca della verità.
Ogni cosa è avvolta nel mistero.
Un uomo sulle tracce di una leggenda sentita quando era solo un bambino.
Non un semplice uomo curioso, attratto dall’oscuro, ma un ricercatore presso la facoltà di studi antropologici all’università.
Una leggenda che sembra una favola oppure una storia realmente accaduta?
Spinto dal desiderio di far luce, di indagare, di scoprire la verità, il protagonista arriva sull’isola dove tutto ha avuto inizio.
Nel buio della camera, con le coperte tirate su fin sopra il naso e il rumore del vento che sibilava tra i rami degli alti alberi, talvolta mi sembrava di udire in lontananza una lieve melodia, un sussurro lamentoso simile al canto del rimorso dell’isola di Thara.
Un canto. Una melodia. Una voce di donna. Un mistero avvolto nell’ombra.
Suggestione? Sogno? Illusione?
Cosa si nasconde nella nebbia?
Chi sussurra il proprio tormento al vento?
Chi agita le fronde degli alberi?
Chi si insinua nei sogni del protagonista?
Chi grida il proprio dolore nel cuore della notte?
Chi è il misterioso pescatore che guarda fisso il mare?
Cosa si nasconde sull’isola?
Cos’è realmente successo in quel giorno lontano, che si perde nella nebbia?
Domande destinate a rimanere senza una risposta? Sogno? Follia?
Personalmente ho trovato l’inizio un poco incerto. Non sono molto portata per i racconti, lo ammetto, anche perché quel modo che aveva l’autore, quel raccontare senza raccontare mi mandava veramente fuori di testa. Volevo (dovevo!) assolutamente sapere dove sarebbe andato a parare e invece lui si divertita a non dire nulla, anzi a confondere ancora di più le idee!
Un punto a suo favore, dando un giudizio a freddo 😉
Il mistero aleggia in ogni pagina, nei ricordi del protagonista, tra le vie dell’isola, nelle profondità del mare.
A chi appartiene la voce che sembra di udire tra le onde?
Melodiosa, malinconica, velata dal rimorso, dal rimpianto.
Cosa si nasconde veramente sull’isola?
Confusa tra i rumori generati dal vento si nascondeva una voce di donna. La stessa identica voce. Soave e dalla tonalità bassa, si avvicinava e mi sfiorava come fosse trasportata, mentre la sua origine si perdeva nell’ignoto.
Mano a mano che proseguiva, il racconto ha preso maggiore ritmo e mi sono ritrovata a leggere le ultime pagine con lo stupore negli occhi.
Un finale inaspettato che lascia incredulo il lettore.
Sinceramente mai avrei pensato un finale simile, consiglio di leggerlo anche per questo motivo.
Serenella 🙂
Il mio giudizio: