Buongiorno Notters!
Eccoci qui felici ed onorate di aprire il BLOG TOUR di “Il Barone del’Alba” di Stefano Valente che si svolgerà dal 10 al 14 Ottobre 2016.
Oggi vi terremo compagnia con la prima tappa ma ce ne saranno altre quattro!
Cinque tappe ricche di curiosità quindi mi raccomando, non perdetevene nemmeno una eh!? 🙂
LE TAPPE
IL ROMANZO
TITOLO: Il Barone dell’Alba
AUTORE: Stefano Valente
GENERE: Narrativa
EDITORE: Graphofeel Edizioni
DATA PUBBLICAZIONE: 20 maggio 2016
PAGINE: 333
FORMATO: Cartaceo
PREZZO: 14,00€
SINOSSI
La fine del ’700: il Grand Tour del giovane barone borbonico Francesco Antonio si trasforma in una rocambolesca sequenza di avventure cui fanno da sfondo l’Italia e il Mediterraneo, la Sicilia e Malta, fino all’Egitto delle antichissime divinità teriomorfe e dei loro orripilanti misteri.
Sulle tracce di un enigmatico ritratto di donna il barone di Santamaria di Calòria percorrerà i mari e gli Stati, in compagnia di preti avventurieri e bestemmiatori, di sbirri negromanti dall’ambigua bellezza, braccato dai sicari della Chiesa e dalle spie dell’Inquisizione. Rapimenti, duelli, le prime esperienze dei sensi. Dalle sabbie del deserto africano al ritorno nella città dorata dove ogni cosa ha avuto inizio, la Storia si fonde con l’Immaginario. Le lingue, le parlate e i dialetti si amalgamano nella narrazione in cui sfilano tableaux ricchissimi e vivaci di luoghi, comparse e personaggi mai del tutto decifrabili, ciascuno col proprio insospettabile segreto. E soprattutto scorre davanti ai nostri occhi il racconto della Notte che incalza invano il Mattino e le sue rivelazioni: poiché sa che, quando infine li avrà raggiunti, non sarà in grado di riconoscerli. Verità e Finzione, Ragione e Follia, Voce e Silenzio, si danno convegno per raccontare una vita.
Era il 20 Maggio quando Notting Hill Books recensiva per voi questa intrigante storia, ve lo ricordate vero? E voi che ne pensate? Vi va di raccontarcelo?
La nostra Edna ne parla così…
“Questo libro non racconta un’avventura… Lo è.
È un viaggio nelle realtà italiane, tanto belle quanto maledettamente ottuse.
È un viaggio nell’affascinante e misterioso Egitto, coi suoi complicati geroglifici e con la curiosa cultura che lo contraddistingue.
È un viaggio di anime, più che di persone, che non scoprano solo luoghi nuovi ma bensì realtà nuove.
È un viaggio difficile da intraprendere, a tratti tortuoso, che un lettore attento può affrontare.Il linguaggio ricercato rende la lettura affascinante anche se leggermente impegnativa, ma Stefano è riuscito ad intrecciare in maniera intelligente il modo di raccontare settecentesco con quello dei nostri giorni modernizzando a tratti la lettura.
Un libro che incuriosisce e che, chi ama il genere, non può lasciarsi scappare!
“
La recensione completa è disponibile qui:
https://nottinghillbooks.com/2016/05/20/recensione-di-il-barone-dellalba-di-stefano-valente/
QUATTRO CHIACCHIERE CON STEFANO VALENTE
1. Stefano, da cosa deriva la tua scelta di utilizzare documenti storici e farne poi un libro, una storia da raccontare al pubblico? Cosa ti ha portato a questa decisione?
Il Barone dell’Alba è in realtà un libro nel libro, l’invenzione di un manoscritto settecentesco all’interno di un’indagine archivistica: per certi versi lo si potrebbe anche definire un “bibliothriller”. Di vero ci sono soltanto le ambientazioni e i riferimenti agli anni in cui i fatti – le peripezie del giovane barone Francesco Antonio di Santamaria – prendono vita. Sono felice che il mio “inganno”, costruito su studi documentari e letterari settecenteschi, sia riuscito in pieno. Volevo che il lettore credesse fino in fondo all’avventura senza respiro de Il Barone dell’Alba…
2. Diversi passaggi del racconto sono scritti in dialetto; a questo proposito, hai avuto difficoltà con la loro traduzione? Come hai lavorato su questi passaggi?
Tutto Il Barone dell’Alba si regge sulla veridicità della trama narrativa. Per questo scopo mi era necessario architettare idiomi e parlate – quelli del protagonista e degli altri personaggi – assolutamente “plausibili”. Un lavoro non facile, certo (mi sono dovuto basare, fra l’altro, su epistolari e atti mercantili del XVIII secolo), ma la mia formazione e i miei studi di linguistica, storia della lingua e dialettologia sono stati preziosi. A un secondo livello, poi, ho lavorato con le varie voci del libro per allestire uno scenario il più ricco e multicolore possibile. Per avvicinarmi alla dimensione “teatrale” e multiforme tanto tipica del Settecento, secolo in cui di fatto non esisteva ancora un italiano “stabilizzato”, e il Mediterraneo risuonava di parlate esotiche d’ogni tipo.
3. Il racconto è ambientato in luoghi molto diversi tra loro come l’Italia, la Francia e l’Egitto. In ciascuno di questi Paesi hai raccontato delle loro rivoluzioni, delle vicende che hanno segnato la storia. Come hai unito la storia di Francesco con quella “reale”, quella che ritroviamo nei libri? Hai incontrato mai qualche ostacolo da questo punto di vista?
Scrivere è per me anche giocare con la Storia, fare un po’ l’equilibrista fra realtà – il dato reale, la cronaca attestata – e invenzione narrativa pura. È questo che innesca la scintilla della curiosità in buona parte dei lettori: trovare una risposta a tanti risvolti degli accadimenti, così come sono riportati ufficialmente, attraverso le vicissitudini di personaggi “possibili”. In questo modo il barone Francesco Antonio di Santamaria di Calòria, le sue Alterne venture e tutte le figure in cui s’imbatte prendono posto nell’“altra” Storia – quella che non appare nei testi scolastici.
4. Francesco è un personaggio bizzarro sì, ma anche forte, coraggioso e intelligente. Oltre ai documenti storici che hai utilizzato per scrivere il libro, ti sei ispirato a qualcuno per raccontare di Francesco?
Mi viene da dire: a me stesso. E a ognuno di noi. Perché il protagonista de Il Barone dell’Alba racchiude in sé le luci e le ombre di ciascun essere umano: le sue miserie e la sua ricchezza, i tormenti e le certezze, la ragionevolezza e la follia. E lotta incessante che combattiamo tutti nelle diverse fasi della vita: fra l’odio e il voler amare. E il poter amare. Per questo l’odissea di Francesco Antonio, il Barone dell’Alba, ci rappresenta tutti. È un eroe vero, vulnerabile e esitante, eppure forte della forza più straordinaria, e dolorosa: quella che ci spinge ogni giorno a domandarci chi siamo veramente. E cosa siamo diventati…
5. E per finire, una curiosità: il tuo è sicuramente un libro interessante, una lettura importante e impegnativa. Hai mai avuto il timore di uno riscontro negativo con il pubblico?
Naturalmente. Quale scrittore non ne ha? Spero che Il Barone dell’Alba incontri il favore dei lettori. In piena umiltà – l’umiltà che, credo, deve essere la prima prerogativa di un autore. L’ultima parola va sempre ai lettori. E li ringrazio fin d’ora se sceglieranno di passare il loro tempo, e viaggiare col pensiero e il cuore, sulle pagine de Il Barone dell’Alba…
MA LE SORPRESE NON SONO FINITE!
ALLA NOSTRA TAPPA DEL BLOG TOUR SARA’ COLLEGATO DALLE ORE 10:30 FINO ALLE ORE 21:30 UN FLASH GIVEAWAY CHE VEDE IN PALIO UNA COPIA CARTACEA DI “IL BARONE DELL’ALBA”!
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Vi aspettiamo!
Naty&Julie ❤
che bella intervista, spiega tante cose su quest’opera!
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intervista molto interessante, mi piacerebbe conoscere l’autore e chiedergli di parlarci un po’ delle figure femminili del libro
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