Ciao Notters,
eccomi qui a raccontarvi, finalmente, un libro di cui nei giorni scorsi vi ho accennato senza svelarvi alcuna sensazione particolare. Avrete capito ormai che si tratta di “La mia gara con te”, di Sonia Gimor.
Adesso venite con me! 😉
TITOLO: La mia gara con te
AUTRICE: Sonia Gimor
EDITORE: Gilgamesh Edizioni
FORMATO: eBook/Cartaceo
GENERE: romance
PAGINE: 224
PREZZO: € 1,99/€ 12,75
SINOSSI
Luca, trent’anni, dopo aver vinto le olimpiadi invernali decide di ritirarsi dalla sua brillante carriera di pattinatore artistico. Poco dopo, incontra una giovane promessa del pattinaggio, Giulia, con la quale inizierà la sua esperienza di allenatore.
La ragazza però non è un’atleta qualsiasi e Luca se ne renderà conto molto presto.
I due protagonisti si troveranno coinvolti in una relazione molto intensa, un rapporto che farà venire a galla un passato inconfessabile che entrambi pensavano di aver sepolto per sempre.
RECENSIONE
***ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER***
Il mio approccio con questo libro è stato puramente empatico. Ha visto la cover, letto la trama e mi sono detta: “devo leggerlo”.
Sarà che il pattinaggio artistico su ghiaccio mi ha sempre affascinata, sarà che il cliché della storia d’amore tra il gigante e la bambina è uno dei miei preferiti… non lo so esattamente, ciò che so è che il mio istinto non si sbagliava!
Luca Zori è un uomo di 30 anni, un pattinatore di fama internazionale, pluricampione olimpico e atleta invidiato, nella sua disciplina, da tutto il mondo sportivo. È un atleta, lo è da sempre e non solo da un punto di vista fisico. Lo è mentalmente, con la sua incorreggibile testardaggine, con la sua incontrollata determinazione, con lo spirito di sacrificio, la calma apparente quando dentro brucia, l’ostinata tendenza a non arrendersi mai.
Dopo l’ennesima Olimpiade vinta, Luca decide di ritirarsi dal mondo agonistico, di appendere “i pattini al chiodo” e di concentrarsi sulle altre attività che arricchiscono la sua vita. Dopotutto, nonostante sia ancora il più forte sul ghiaccio, un vero campione sa quando è il momento di dire basta.
“È passato un mese da quando ho messo pubblicamente fine alla mia carriera agonistica e, come avevo previsto, la mia vita e la pista ghiacciata non verranno mai scisse del tutto, e il fatto che oggi sia al Palaghiaccio di Torino in veste di commentatore della gara nazionale, ne è una prova lampante.
Dopo l’annuncio del mese scorso, i giornalisti mi hanno assalito per giorni, convinti ci fosse qualcosa di più dietro al mio ritiro, ed erano decisi a scoprire cosa fosse. Sono stato invitato in ogni programma nazionale immaginabile, sportivo e non, e tutti hanno cercato di portare a galla qualche particolare pungente rispetto al mio ritiro ma, onestamente, non ho avuto proprio nulla da raccontare.
È mai possibile che un ragazzo a trent’anni non possa semplicemente decidere di ritirarsi?”
Ovviamente Luca non poteva immaginare che una competizione nazionale, cui lui avrebbe dovuto unicamente commentare i programmi portati dagli atleti, avrebbe stravolto completamente la sua vita trascinandola in un turbine di eventi tanto eccitanti quanto inspiegabili.
Assorto tra i suoi pensieri, concentrato sulle differenze dei programmi che gli atleti hanno eseguito, vagamente annoiato per il risultato della competizione della categoria maschile che non ha minimamente soddisfatto le sue aspettative, Luca decide di avvicinarsi alla pista e di osservare da vicino la tensione, la concentrazione, l’agonismo, la tenacia delle pattinatrici, fiere portabandiera della loro nazione. Ed è qui che l’attenzione di Luca viene catturata da qualcosa di particolare…
“Sto ancora pensando all’ultimo incontro privato tra me e Anna quando i miei occhi si posano su una pattinatrice che non avevo mai visto: se ne sta ferma a bordo pista, mentre guarda le avversarie con fare stanco e annoiato, appoggiata alla balaustra. A differenza delle altre, indossa ancora una felpa sopra al suo vestito da gara, e provvede al riscaldamento dei muscoli con alcuni esercizi di stretching.
Alzo un sopracciglio e continuo a guardarla incuriosito, mentre un mezzo sorriso interrogativo fa capolino sul mio viso.
«Luca, vedo che stai guardando la mia pattinatrice sfaticata» una voce alta e vagamente conosciuta mi fa voltare di scatto, per scrutare un uomo sulla quarantina, con una divisa blu e grigia, scarpe da ginnastica e pass al collo. Lo riconosco all’istante: «Michele, vecchio mio! È tua quindi quella ragazza laggiù. Per quale motivo non sta facendo la prova pista assieme alle altre?» mi informo, certo di non infastidirlo con il mio interesse.”
La “pattinatrice sfaticata” è Giulia Bennetta, giovanissimo talento italiano di 19 anni che da pochissimo si è affacciata professionalmente al mondo del pattinaggio artistico.
Giulia è una ragazza dalle capacità indiscutibili ma, nonostante questo è rimasta nell’ombra per anni, nessuno l’ha mai notata prima e questo incuriosisce Luca fuori da ogni logica.
Oltre a questo metteteci anche che Giulia ha un corpo da favola, un viso pulito, lunghi
capelli lisci a incorniciarle il volto e quella sua espressione capricciosa che si alterna in maniera costante con quella imbronciata.
Inspiegabilmente Giulia diventa, in pochi attimi, una calamita per Luca che prende impulsivamente una decisione che non lo aveva mai sfiorato prima: fare l’allenatore. Non di un atleta qualunque. Luca Zori sarà l’allenatore di Giulia Bennetta.
“«Quindi mi state dicendo che il campione per eccellenza, colui che ha fatto la storia del pattinaggio nel mondo, ora vuole allenare me? Perché? Insomma… sono sbalordita…e felice anche ma… proprio non riesco a capire perché io meriti un tale onore».”
Adesso chiudete gli occhi e immaginate che ci sia un regista che affannato prende il suo ciak e urla all’intero cast “Si gira!”.
Da questo momento ha inizio la storia di Luca e Giulia.
Un storia che li vedrà prima distanti anni luce, poi lentamente più vicini.
La personalità di Giulia e l’impeto di Luca finiranno per scontrarsi spesso, la diffidenza di lei farà a cazzotti con la buona volontà di lui e non sarà facile trovare la chiave per andare d’accordo.
Il passato di Giulia bussa prepotente alla porta e i suoi mostri tornano a tormentarla non appena trovano uno spiraglio, un momento di debolezza. Ma Giulia non sarà sola ad affrontarli. Luca infatti si prenderà cura di lei, perché lo ha promesso a Michele e perché non riesce a stare lontano da lei neanche un attimo. Il desiderio è quello di sentirla vicino, di colmare i suoi vuoti, placare la sua sofferenza, asciugare le sue lacrime, lenire le sue ferite e poi farla ridere. Prenderla per mano, abbracciarla forte, spostare i capelli umidi dal pianto dal suo viso e farla ridere ancora fino a che non sembrerà così naturale da volerlo fare ancora.
Ma Luca è il suo allenatore è tutto questo è dannatamente pericoloso…
“La desidero in tutti i modi in cui un uomo può bramare una donna. Posso fingere con gli altri, ma ormai è inutile negare anche a me stesso la realtà. Giulia è vivace, passionale, ha grinta da vendere, ma è anche dolce, sensibile… e bellissima. Non lo ammetterò mai con nessuno, e certo dovrò tenermi a debita distanza da lei per impedirmi di fare cavolate, ma mi sono innamorato. Se solo lei non fosse una pattinatrice, la mia per giunta, e se avesse un’età più vicina alla mia allora, forse, avrei potuto dichiararmi. La realtà però e crudele, e non ha senso pensare ai se e ai ma: io sono il suo allenatore, ho diversi anni più di lei, per non parlare del suo passato difficile, che è sempre in agguato, pronto a riaffiorare tramite attacchi di panico e scenate apparentemente immotivate. Se iniziassi una relazione con lei qualcuno potrebbe farsi seriamente male, e non ho nessuna intenzione di farla soffrire. Non sono cieco, ho percepito che i sentimenti di Giulia non sono poi così distanti dai miei, ma devo pensare a lei e alla sua carriera prima che ai nostri desideri.”
Mi fermo qui e mi auguro possiate scoprire da soli come finirà la storia di Luca e Giulia. Anzi, proprio su questo punto è necessario fare un a premessa: questo libro avrà un sequel che sarà pubblicato da Gilgamesh Edizioni spretiamo entro l’estate.
E’ risaputo che io non sia un’amante dei finali aperti (non troppo almeno) ma devo dire che Sonia è stata brava perché è riuscita a lasciarmi, nonostante i puntini di sospensione che caratterizzano il finale del romanzo, una piacevole sensazione dolce-amara.
Un libro scritto in maniera fluida e scorrevole, lo stile dell’autrice è curato.
Ho adorato il personaggio maschile e sono curiosissima di vedere quanto e come crescerà anche quello femminile.
Insomma, non vedo l’ora di leggere il sequel! Brava Sonia! 🙂
Julie ❤
Il mio giudizio: