Recensione di: “L’ultimo battito del cuore” di Valentina Cebeni

Buongiorno Notters, il natale è passato e le pance sono belle piene. Ma oltre mangiare, ho continuato con la mia passione…leggere e ho letto anche tanto! In questi giorni mi sono dedicata a  di Valentina Cebeni, edito Giunti e uscito già nel 2013 ma sempre al passo con i tempi perché i temi trattati in questo romanzo, purtroppo, non passano mai di “moda”.
Ora venite con me che ve lo racconto 🙂

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TITOLO: L’ultimo battito del cuore
AUTORE: Valentina Cebeni
EDITORE: Giunti
DATA PUBBLICAZIONE: Ottobre 2013
PAGINE: 344
GENERE: Romanzo rosa
FORMATO: Cartaceo/E-book.
PREZZO: € 13,00 / € 6,99

SINOSSI 

Nell’incantevole campagna del Kent, Penelope non arriva per caso. Dopo la tragica scomparsa di Adam, il suo unico amore, in un incidente d’auto a cui lei è miracolosamente scampata, si lascia convincere a trascorrere un periodo nella magnifica  tenuta di sua sorella Addison. Ma a casa dei Walker la situazione e tutt’altro che tranquilla. Il matrimonio tra Addison e Ryan, costretto su una sedia a rotelle, peggiora di giorno in giorno così come l’umore della sorella, sempre più fredda, tagliente e scontrosa. L’unica consolazione per Penelope è prendersi cura del giardino da troppo tempo trascurato. Con l’appoggio di Ryan e l’aiuto di Tristan, il taciturno vivaista del paese, quel rettangolo di terra infestato da erbacce si arricchisce di una grande varietà di piante e fiori colorati. Tuttavia i violenti litigi con Addison, il tormento del ricordo di Adam e una serata fatale trascorsa con Ryan fanno sentire Penelope più sola e in balia delle onde del destino. L’unica voce a raggiungerla nel profondo è quella di Tristan, il primo uomo dopo Adam ad attrarla misteriosamente…

RECENSIONE

Questo romanzo è scritto magistralmente, una scrittura scorrevole e ricercata ma è molto triste, il messaggio che Valentina Cebeni ha voluto trasmettere penso che sia la speranza.
Speranza in un futuro più roseo,  in una rinascita nonostante i drammi che colpiscono i protagonisti. Non vi nascondo però che questa storia mi ha lasciato un po’ di amaro in bocca, non mi aspettavo un finale scontato ma sicuramente mi aspettavo un finale migliore per Penelope.
In “L’ultimo battito del cuore” sono trascritti drammi che colpiscono nella realtà, realtà che distrugge il corso della vita e drammi da cui è molto difficile rialzarsi se non si combatte ogni giorno con il proprio “Io” per avere la propria rivincita.

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Il libro comincia con un prologo molto triste: Penelope, la protagonista, perde il proprio futuro sposo, in un incidente stradale in cui anche lei è rimasta coinvolta. Penelope si abbandona a sé  stessa, non va più al lavoro, non frequenta più i luoghi dove andava con Adam e rischia di perdere la sua casa perché non è più interessata a pagare il mutuo… tutto quello che la circonda le ricorda il suo unico amore.
Vive solo perché “obbligata” respirare.

Addison, la sorella, prende in mano la situazione e la porta via dalla sua casa di Londra: le fa le valige e se la porta con sé nel Kent per aiutarla a reagire a quella inaccettabile perdita.
Addison vive nel Kent con suo marito Ryan, costretto sulla sedia a rotelle, e suo figlio Leonard che non rivolge parola a nessuno tranne che alla sua maestra.

Penelope appena mette piede in casa di sua sorella, si rende subito conto che l’aria che c’è in quella casa non è delle migliori, litigi tra marito e moglie sono all’ordine del giorno. Addison è una donna assorbita dal proprio lavoro non curante dei bisogni sia fisici che affettivi del marito, è una maniaca del controllo, nessuno in casa può fare nulla senza il suo consenso, lei detta ordini e basta. Anche il rapporto di sorellanza con Penelope non è dei migliori,  Addison è sempre pronta a rinfacciarle i rancori del passato e a darle ordini…. ci sono davvero pochissimi momenti felici.
Addison e Penolope sono sorelle solo da parte di padre, di un padre che ha tradito la madre di Addison, e ha avuto una figlia da un’altra donna. I genitori delle due sorelle sono deceduti anni prima, ma nonostante ciò Addison non riesce lasciarsi alle spalle questo passato.

Ryan è il marito di Addison,  un medico costretto alla disabilità dopo un incidente, succube alle regole maniacali della moglie che, nonostante sia davvero innamorato, non riesce più avvicinarla come una volta.
Ryan è l’unico che capisce le sofferenze di Penelope, che cerca sempre di fare da pacere tra le due sorelle, passa molto tempo insieme a lei, fino ad arrivare a provare un sentimento diverso da un semplice affetto tra cognati. Ad avvicinarli sempre più è un progetto: rendere un vero giardino, uno spazio incolto e trascurato sul retro della casa.
Penelope “usa” questo progetto per non pensare e per aiutare Ryan a fare ciò che davvero desidera senza ricevere ordini per ogni cosa, vuole aiutarlo ad esaudire questo segno e lei, nel frattempo, si tiene occupata nel lavorare la terra riempendo così le sue giornate monotone ed infelici e soprattutto sfuggendo all’aria tesa di casa.

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Grazie a questo progetto di giardinaggio, Penelope conosce Tristan, vivaista del paese, un ragazzo solitario, anch’esso dalla vita difficile. Tra di loro c’è un filo sottile che li unisce, un qualcosa che “batte” dal passato, una vicinanza che fa sentire la nostra protagonista al sicuro ma che, al contempo, la spaventa: il pensiero di lasciarsi andare le fa sentire di tradire l’amore che provava, e tutt’ora prova, per Adam.

Questo rapporto tra loro fa nascere una gelosia in Ryan. Penelope una notte in cui si sente terribilmente sola, dove non c’è spazio per nessuno nel suo cuore, cerca di rivivere un pò del suo Adam finendo a concedersi a suo cognato Ryan… questo fa sì che tutte le difese innalzate dai due crollino, portando Ryan sull’orlo del suicidio che vuole porre fine alla sua vita perché si sente inutile, ama sua moglie Addison ma quello che vede sono gli occhi di una donna che prova solo compassione, invece nella cognata percepisce solo il rimorso del suo gesto: il tradimento.
Questa disgrazia non è che l’inizio per Penelope, che sì, dopo aver fatto quel passo falso cerca Tristan è quel calore che la lega a lui.

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Ma purtroppo ahimé, non c’è un vero futuro per i due, almeno da parte di lei. Forse vi ho anche raccontato troppo ma è difficile essere coincisa, ci sono troppi punti da analizzare e troppe emozioni da vivere.

Il romanzo nella sua interezza mi è piaciuto ma non vi nascondo di  essere rimasta un po’ delusa da una fine che ho trovato “incompleta”.
Un amore che sinceramente non ho capito se sia sbocciato per entrambi o solo per uno dei due non ho capito i reali sentimenti di Penelope verso Tristan. Molte cose sono rimaste sospese, senza avere una vera conclusione come, ad esempio, il rapporto con la sorella anche se sì, nell’epilogo (che non è che una lettera), sembrerebbe che i rancori che provava Addison siano spariti.
Una partenza ed un nuovo inizio che non so se ha portato serenità alla protagonista perché non viene spiegato… ma mi auguro di sì perché  rimane lì in quella corriera che l’avrebbe portata a York.

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La speranza, il messaggio che Valentina Cebeni ha voluto trasmettere al lettore passa chiaro e forte ma io, da umile lettrice, avrei voluto oltre la speranza di guarire dalle ferite che la vita sottopone, avrei preferito un po’ più di felicità per i personaggi che danno vita al romanzo e per il romanzo stesso… è giusto che non ci sia un finale scontato, che personalmente non apprezzo neanche, ma devo dirla tutta: Penelope si meritava molto di più.

Naty ❤

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