Ciao Notters 🙂
Ve lo avevamo promesso e, come si dice, ogni promessa è debito! :p
Il libro che vi racconto oggi è l’inedito “Ti porto nel mio cuore” di Elena Russiello, il nuovo romance dell’autrice che, dopo “Un principe quasi azzurro”, torna a farci sognare con una nuova ed intensissima storia d’amore.
TITOLO: Ti porto nel mio cuore
AUTORE: Elena Russiello
EDITORE: Self-Publishing
DATA PUBBLICAZIONE: 06 Marzo 2016
GENERE: Romanzo rosa
FORMATO: eBook
PREZZO: € 0,99
PAGINE: 248
SINOSSI
Un paesino di mare e una grande città.
Aurora ha scelto di dedicare la sua vita al lavoro, mettendo da parte il divertimento, gli amici e soprattutto gli uomini. Un giorno riceve una telefonata che la costringerà a tornare nella sua città d’origine e ad affrontare gli spettri del passato.
Andrea ha raggiunto il successo che tanto desiderava. La sua vita è piena di soddisfazioni, di feste, di donne e di denaro.
Niente e nessuno può fermarlo.
A miglia di distanza c’è solo una persona che li lega e che sconvolgerà i piani.
Due vite segnate che si incontrano e si scontrano, due mondi diversi che lottano per prevaricare l’uno sull’altra.
L’amore saprà vincere sul dolore?
RECENSIONE
*** ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER ***
Una telefonata. Una maledetta telefonata, nella tarda mattinata di una giornata d’inverno, ha radicalmente sconvolto due vite, due realtà, due mondi diversi apparentemente distanti anni luce ma molto più vicini di quanto si possa immaginare, legati da un filo invisibile che quella mattinata di Gennaio ha reso tremendamente reale.
Un dolore insopportabile che ti annienta e ti toglie il respiro, ti disorienta, fa vacillare le tue certezze e incrina i tuoi equilibri in modo irreparabile… O forse no.
“Ti porto nel mio cuore” è la storia di un dramma, di un qualcosa che non dovrebbe succedere a nessuno. E’ la storia di due vite spezzate e di altre due che sono destinate ad incontrarsi e a scontrarsi inevitabilmente. Una lunga e difficile corsa a ostacoli, una staffetta corsa al fianco di qualcuno che non conosci minimamente, di cui non ti fidi, che ha tutte le sembianze di un nemico piuttosto che di un compagno di squadra.
E’ esattamente ciò che succede ad Andrea Diamante e Aurora Cassini, i protagonisti di questa storia.
Andrea Diamante è un uomo che si è costruito da solo, un uomo potente, forte e sicuro. Il classico uomo che non deve chiedere mai, quello che se ha voglia di un caffè non deve neanche alzare il telefono e chiederlo alla segretaria perché fuori dalla porta del suo sontuoso hotel avrà già la fila di tutti i baristi del paese pronti a servirgli il suo caffè bollente.
Non è un arrogante, né un prepotente, non possiede Seattle e tanto meno abita in un attico sul palazzo più alto della città ma è uno di quegli uomini che la gente rispetta, che il “paesello” guarda con stima e un pizzico di riverenza; si è fatto conoscere e oggi la fama è il suo biglietto da visita.
Andrea è bello, il classico maschio alpha e, come da tradizione, le donne cascano ai suoi piedi non appena accenna un sorriso. Non vuole una relazione, non la cerca, non ne ha il tempo né la pazienza; quello che desidera, nelle pochissime ore che può considerare libere, è divertirsi. Come? Nel modo più antico del mondo, quello che viene ancora prima del gioco del pallone.
Nonostante questo è una persona responsabile, dedita al lavoro, seria ed esigente.
Andrea Diamante è il vento d’estate. Imprevedibile, impetuoso, forte. Quel vento che quando si scatena può causare danni irreparabili ma che all’occorrenza sa cullare i dolci sonni strappati dal movimento rilassante di un’amaca tra gli alberi.
Il suo principale obiettivo di vita? Portare avanti la sua attività e difendere il suo impero.
O almeno di questo era convinto prima di ricevere quella dannata telefonata.
“Sento squillare il telefono in lontananza e impreco, cercandolo. Lo trovo sotto a delle cartelline, guardo lo schermo e accetto la chiamata.
«Alla buon’ora.»
Voci confuse, parole senza senso, poi il nulla.
Guardo il telefono, la chiamata è ancora attiva. «Pronto?» Se è uno scherzo giuro che lo strozzo!
Una voce mi chiama dall’altro capo del cellulare.
Mentre ascolto quella voce a me sconosciuta sgrano gli occhi e finalmente parlo:
«Cazzo! Sì, arrivo subito.»”
Aurora Cassini è una ragazza difficile.
Una ragazza che è scappata dal paese natale per sfuggire al dolore, agli sguardi inquisitori della gente, alle mezze parole, a quelle frasi non dette ma dipinte in volto. E’ la classica ragazza alla quale la vita di provincia sta stretta, che ha vissuto gli anni dell’adolescenza come la più grossa delle ribellioni, che ama il silenzio e senza esternarlo e allo stesso modo soffre.
Si è costruita una corazza, o forse è più giusto dire un’armatura, che indossa ogni giorno con spietata indifferenza e insieme a questa la maschera della più radicata freddezza.
Aurora ha imparato a non provare emozioni così da non essere scalfita in nessun modo. Ha imparato a tenere lontano le poche persone che ama e a non soffrire della loro lontananza. Ha imparato a non piangere e a non ridere mai davvero.
Un giorno sopraffatta dagli eventi e dalla sofferenza che la lacerava dentro ha fatto i bagagli ed è partita, destinazione Londra; nella grande città ha trovato un lavoro, un piccolo appartamento ed ha ricominciato… sola, proprio come voleva essere.
Il suo principale obiettivo di vita? Non sentire niente, vivere la sua “vita” così, lontano da tutti senza rischiare di perdere ancora qualcosa.
O almeno di questo era convinta prima di ricevere quella dannata telefonata.
“Si interrompe quando il mio cellulare squilla.
«Salvata in calcio d’angolo.»
Sorrido, non ho mai sentito dire una cosa del genere da un’inglese.
«Pronto?»
C’è solo il buio.”
Ha inizio così la nuova vita dei nostri due protagonisti. L’inizio di un incubo da cui vorrebbero svegliarsi, l’inizio di una sfida che non sanno come affrontare.
Un destino beffardo che gli impone di vivere una realtà che non gli appartiene, almeno fino a quel momento.
Genitori. All’improvviso. Senza alcuna preparazione.
Genitori di una bambina che non è la loro e che amano profondamente, ciascuno a modo suo.
Genitori inconsapevoli di uno scricciolo di sei anni che meritava una vita diversa e che loro non possono abbandonare.
Si incontrano così per la prima volta: in uno studio legale a discutere dell’affido di Chiara.
Non si erano mai visti prima e ancor peggio non erano minimamente a conoscenza l’uno dell’esistenza dell’altro eppure da quel giorno avrebbero dovuto essere una famiglia e per di più una famiglia stabile, una di quelle che funziona, una famiglia unita. Ciò che loro non avevano avuto o che avevano perso.
“«Ne avranno per un bel po’. Quando Andrea Diamante oltrepassa quella porta non si sa mai quando ne uscirà» dice tendendomi la mano.
Mi alzo senza prenderla, sistemandomi i pantaloni. «Chi è quell’uomo?», domando curiosa, mentre entriamo nella piccolo cucina.
Il suo volto si illumina. «So solo che ha sempre vissuto a Milano, poi si è trasferito con i suoi genitori a Roma. Tre anni fa è arrivato qui con la sua bella macchina dicendo di voler costruire un albergo di lusso con centro benessere nel nostro paesino. Sembrava uno di quei personaggi usciti da quelle serie americane. Bello e impossibile.»
«E ci è riuscito?»
Annuisce. «Con il tempo imparerai che Andrea Diamante ottiene tutto quello che vuole.
Da quando è arrivato lui il paese è cambiato, si è innovato. Fai un giro e scoprirai che ci sono più turisti durante le feste, che ci sono molti più negozi e che la gente sta cambiando mentalità.»
La guardo perplessa.
«Lo so» dice leggendomi nel pensiero. «Tu sei l’esempio che le voci possono far male, ma dovresti dare un’occasione a questo posto. Tutti la meritano.»
Anche lei sa.”
[Aurora]
Usciti da quello studio Aurora e Andrea si troveranno a scrivere una nuova storia e a farlo a quattro mani.
Aurora sarà costretta ad abbandonare la sua casa, il suo lavoro a Londra e a tornare nel posto che l’ha ferita, umiliata, distrutta.
Andrea dovrà cambiare vita completamente. Abbandonare le feste folli, il sesso e accettare l’idea che da quel momento in avanti le donne della sua vita sarebbero sempre state due: Chiara ed Aurora.
La presenza dell’uno è diventata una necessità per l’altro. Due persone che non si conoscono e, a dirla tutta, si irritano notevolmente a vicenda, all’improvviso si trovano a vivere insieme, sotto lo stesso tetto… quello di Andrea.
In questa storia sarà proprio Andrea a prendere in mano la situazione, sarà lui la guida per Aurora e anche per la piccola Chiara, sarà lui il collante tra queste d
ue piccole ma grandi donne che non si conoscono affatto, sarà lui a salvare Aurora dal suo stato di cosciente apatia, sarà lui a farla uscire dal guscio, a cullare quelle lacrime che non uscivano da anni, a prendersi cura della sua anima ferita e del suo cuore spento.
Andrea Diamante sarà la luce e Aurora seguirà il suo faro, fino a non poterne fare a meno. Fino a sentirsi persa senza di lui, fino a bramare il suo tocco, il suo respiro, le sue labbra. Fino a non immaginare un domani senza di lui, fino a non volerlo affatto.
Si odieranno, litigheranno per poi chiarirsi un milione di volte, si ignoreranno, si malediranno, si stuzzicheranno… fino ad innamorarsi, perdutamente.
Mi stringe la mano. «Fidati di me.»
Entriamo e mi spinge verso il letto. La piccola dorme di fianco, con il viso rivolto verso il muro. «Dai, mettiti sotto le coperte e dammi le spalle.»
Faccio come mi dice e subito dopo scosta le coperte e si mette dietro di me. Aderisce contro il mio corpo, mi sta addosso, e scosta i miei capelli, per parlarmi all’orecchio.
«Avremo il nostro momento.» Insinua una mano sotto la mia maglia e la poggia sulla mia pancia. «Preferisco te. Questo istante. Vi preferisco a mille notti di avventure senza senso.»
Questa è la vera intimità. Quella che non ho mai provato. Stare abbracciati, non fare nient’altro, sentire il suo petto alzarsi e abbassarsi ritmicamente, cedere e abbandonarsi. Alle emozioni, ai sentimenti. Sapere che un uomo come lui vuole questo.
Tutto questo è amore.
Chiara si gira e posa una mano sul mio braccio.
Chiudo gli occhi.
Mi sento a casa.
Mi sento protetta.[Aurora]
“Ti porto nel mio cuore” parla di questo.
Di seconde possibilità, della paura di lasciarsi andare, di dolori che sembrano insuperabili, di ferite profonde che non accennano a chiudersi, di delusioni, di sconfitte e di rinascite.
Di vite spezzate e di vite ritrovate, di amori infiniti che portiamo nel cuore e di amori appena nati che profumano di infinito.
Un libro che non ti lascia scampo, dal quale non riesci a staccare lo sguardo, un libro che diventa un vizio “che non vuoi smettere mai”.
Una storia intensa che non conosce banalità, che racconta uno squarcio di vita e te ne fa sentire l’angoscia.
E’ scritto in maniera, dal mio punto di vista, strutturalmente difficile, i punti di vista alternati dei due protagonisti danno corposità alla storia, ci fanno conoscere i personaggi fino ad entrare nell’intimo di ciascuno di loro rendendo la lettura assolutamente immediata. Una particolarità del libro è data dal frequente intervallo di flashback che, contrariamente a tanti altri testi che ho letto, non appesantisce la storia ma anzi le regala un valore aggiunto.
Elena Russiello si è destreggiata meravigliosamente tra i tempi, facendo viaggiare il lettore dal passato al presente e viceversa con grande classe.
E’ il secondo libro che leggo di questa autrice e devo dire che in questo libro Elena ha davvero messo tutta sé stessa, lo si percepisce in ogni riga, in ogni capitolo, in ogni emozione che ti arriva.
E’ un libro scritto con l’anima e non con la penna, un libro che vale la pena leggere e custodire.
Elena, “Ti porto nel mio cuore”!
Julie ❤