Salve care Notters 😀
A scrivervi è Alessia, e vi garantisco che quella che sto per fare è in assoluto la recensione più difficile che mi sia stata affidata dalle straordinarie Giulia e Natascia fino ad oggi, quindi, perdonatemi se sarò a tratti incoerente o contraddittoria, ma questo romanzo mi ha trasmesso sensazioni ed impressioni così contrastanti da non permettermi di fare chiarezza e di esprimere lucidamente il mio personalissimo e soggettivo parere, che vi anticipo, non è totalmente negativo. Il romanzo di cui vi parlo oggi è “Uno scatto e poi è amore” della giovanissima Vanessa Di Lena, che solo un anno fa ha esordito con il suo primo romanzo Rompere gli specchi.
TITOLO: Uno scatto e poi è amore
AUTORE: Vanessa Di Lena
EDITORE: Self-Publishing
DATA PUBBLICAZIONE: 22 Aprile 2016
GENERE: Romance
FORMATO: Ebook
PREZZO: € 0,99
LINK D’ACQUISTO: Uno scatto e poi è amore (USEPEA series #1)
SINOSSI
Sento ancora quel maledetto nome sussurrato nelle orecchie, e ricordo ancora l’agonia che quella notte aveva sconvolto il mio cuore… L’avrei sempre ricordata, ma fortunatamente l’amore ha cambiato ogni cosa.”
Ashley Rugers ha diciannove anni e una passione smisurata per la fotografia, l’unica cosa che può tenerla ancora in vita. Sono due anni che cerca di rimettere assieme i cocci della sua vita e soltanto quando sente il “clic” della macchina fotografica scattare, può davvero sentirsi libera e ancora intera. Ricorda benissimo la notte in cui tutto è cambiato, in cui il dolore ha preso il sopravvento lasciandola vuota e inerme. Tutto cambia quando va a Dallas per studiare Fotografia, e qui incontra David. E tutto verrà stravolto quando i loro cuori si incontreranno e le loro anime cominceranno a cantare una melodia particolare. E se avessero in comune anche l’unica cosa che è riuscita a salvare entrambi?
Ashley e David sapranno guarire e ricominciare a vivere per non permettere più agli incubi di oscurare la loro luce? Sapranno scattare finalmente la foto che inquadrerà la loro felicità e il loro amore?
RECENSIONE
*** ATTENZIONE, POSSIBILI SPOILER! ***
Innanzitutto, permettetemi di complimentarmi con l’autrice di questo romanzo, perché per una schiappa come me nelle materie scientifiche mi sto ancora chiedendo come abbia trovato il tempo di scrivere una laureanda in Medicina Veterinaria, quindi tanto di cappello a questa ragazza classe 1993, quindi giovanissima. Inoltre, stimo chiunque abbia intrapreso questa strada, perché dopo la lettura e la scrittura la mia più grande passione è l’amore per gli animali, quindi sentivo la necessità di complimentarmi con Vanessa, perché studiare medicina veterinaria e scrivere al contempo romanzi credo sia di quanto più difficile possa esserci al mondo.
Ovviamente non mi trattengo mai dal fare i miei chilometrici excursus, quindi spero vivamente di non essere stata fuori luogo, ma se non divago e se non mi dilungo, beh, non sarei io. Bando alle ciance, direi di passare subito a quello che è il fulcro, il cardine, la colonna portante di questo articolo: UNO SCATTO E POI E’ AMORE. Da come si evince dal titolo uno dei temi centrali del romanzo è la passione per la fotografia, che ho trovato un elemento molto interessante della trama. Partiamo però dal principio.
La protagonista del romanzo è Ashley Rugers, diciannovenne che decide di iscriversi alla facoltà di fotografia all’Università di Dallas. Infatti, la ragazza, ha una passione viscerale per le foto: riesce a sentirsi in pace con sé stessa e a spegnere i tormenti solo nel momento in cui imprime nella memoria un’immagine con uno scatto.
Riesce a sentirsi viva solo quando dedica del tempo alla sua più grande passione, perché Ashley si definisce morta. Ecco, l’autrice ci fa entrare in contatto con l’animo tormentato della protagonista sin dalla prima pagina, con un prologo che non lascia spazio all’immaginazione, ma che chiaro e diretto, crudo e spiazzante, ci rende immediatamente partecipi del trauma che affigge Ahsley. Solitamente il passato del protagonista ci viene offerto man mano che la storia prende vita, quindi c’è sempre nel lettore una curiosità morbosa di capire cosa è successo al protagonista per renderlo così come si presenta. Questa volta, invece, il passato bussa alle porte prima ancora del presente, lasciando il lettore spiazzato e desolato, perché il dolore che si porta dietro Ashley è di quanto più tormentato e struggente possa esserci: un incidente in cui tutta la famiglia viene tragicamente a mancare, e l’unica che sopravvive è Ashley, proprio colei che guidava l’auto. Non sono caduta nello spoiler, assolutamente, perché questa notizia ci è offerta dalla sinossi e dal prologo sin da subito, quindi non linciatemi :D.
Durante il corso della storia saranno proposti diversi e malinconici flashback che ci faranno comprendere quanto la famiglia di Ashley fosse assolutamente perfetta: due genitori amorevoli e premurosi, sempre pronti ad appoggiare la loro prima figlia, due gemelli chiassosi e sorridenti, una madre che adorava preparare biscotti a Natale, un padre con un dolce senso dell’umorismo, un’atmosfera serena che aleggiava in casa. Tutto è perfetto nella vita di Ashley, finché quel maledetto giorno piovoso cambia radicalmente la sua vita.
Ashley non riesce a perdonarsi per ciò che ha commesso, ed è con queste parole che esprime il suo dolore:
Quello che lui non sa, è che anch’io mi sento ferita e travolta da questo treno in corsa che è la mia vita […]. Mi rinchiudo in casa e forse, dopo mesi, anni, mi concedo di arrendermi alle lacrime. Piango per Ken, per la sua felicità mancata, piango per David, per Josh, e piango anche per me stessa e per tutto ciò che, con un stridio di freni, la vita mi ha tolto.
Ma chi sono tutti questi nomi che ricorrono nel suo sfogo? Ovviamente come in ogni NA che si rispetti, la protagonista una volta iniziato il college si imbatte in due scontati ma sempre ben accetti personaggi: una pazza e sfrontata amica di nome Kendra e un elegante assistente della materia di storia dell’arte, grande fotografo presso la National Geographic Gallery, di dieci anni più grande di lei. Ecco che ci viene presentato il protagonista maschile: David Aston.
Allora, qui c’è da premettere una cosa: essendo autrice alle prime armi anche io, so bene quanto difficile sia raccontare del primo approccio tra i due protagonisti. Davvero, spesso si commette l’errore di romanzare troppo, e di conseguenza di risultare poco credibili. Questo è successo anche a me, e quindi la mia non è affatto una critica, ma purtroppo devo ammettere che ho trovato molto inverosimile il modo in cui lui cerca di farsi notare da lei sin da subito. C’è qualcosa, nel loro primo approccio, che non mi ha pienamente convinta: ho trovato un po’ fuori luogo che lui si presentasse a petto nudo fuori il suo appartamento lo stesso giorno in cui l’ha incrociata per sbaglio a lezione. Perché, ovviamente, come in ogni NA che si rispetti, lui è il suo vicino di appartamento. Quando sottolineo questi elementi ricorrenti, non è una critica: è semplicemente così. Il genere è questo, e i lettori si aspettano questo: la dolce ragazza e l’uomo sicuro, la ragazza stronza e il ragazzo innocente, la ragazzina vulnerabile e lo stronzo di turno. Gira e rigira, per quanto originali si voglia e si possa essere, gli stereotipi ricorrenti sono questi, l’importante è riuscire a dare a questi romanzi sempre una chiave di lettura diversa, altrimenti sarebbero tutti una copia dell’altro. Leggendo questo romanzo non mi è parso di leggere un’emulazione o un’imitazione di qualche NA più famoso, a differenza di altri che spesso sono semplicemente una copia italianizzata di un best seller americano. Nonostante ci siano elementi ricorrenti, l’autrice ha la capacità di trattarli con ponderata originalità.
Inoltre i personaggi “scontati” non sono certo finiti: poteva mancare il migliore amico bellissimo del protagonista maschile, ovvero Josh, che si imbatte nella migliore amica di lei, ovvero Ken? Comunque devo un attimo porre l’attenzione su Kendra, l’anima affine a quella di Ashley. Questo personaggio mi ha conquistato da subito con la sua personalità travolgente, avvincente e positiva che solo una persona disabile può avere: Ken, infatti, ha un braccio mutilato, e nonostante questa mancanza, è una vera forza della natura con i suoi accessori rosa e i suoi capelli biondissimi. E poteva mancare la solita ex rompiballe di turno? Assolutamente no, anche qui abbiamo la nostra Eva, che con i suoi artigli rossi e le sue curve prorompenti darà del filo da torcere alla timida, insicura e semplice Ashley.
L’amore tra i due protagonisti non si fa attendere: li travolge come un fiume in piena, nonostante lei abbia difficoltà a lasciarsi amare da qualcuno a causa del dolore pesante come un macigno che le grava sulle esili spalle.
Quella che si fa un po’ più attendere è la passione: ovviamente Ashley è vergine, lui è un uomo vissuto, ma con dolcezza e affetto riuscirà a scalfire la corazza erta intorno al suo cuore fragile e ferito. E una volta che la passione entrerà in circolo ci saranno fuochi e fiamme tra di loro.
Se il ritmo della storia appare lento, tranquillo, fedele al tipico ordine di eventi comune a parecchi romanzi d’amore, da un certo momento in poi il ritmo diventerà rapido e veloce, intervallato da sequenze dolorose, tira e molla pazzeschi, sfuriate e sesso sfrenato, passione e dolore, rabbia e tormento… Tante, troppe le emozioni e le sensazioni che si rincorrono in questo romanzo.
In conclusione, in sintesi, dico che la storia mi è piaciuta molto, gli elementi tipici e ricorrenti non stonano, i cliché non sono esasperanti, sono trattati con arguzia e ingegno.
Ciò che a mio puro avviso pecca leggermente, è lo stile: il contenuto c’è, bisogna lavorare un po’ sulla forma. Lo stile si presenta molto comune e semplice, ho riscontrato anche dei costrutti non molto impeccabili – ma questo capita a chiunque, anche a me – e ho notato una scelta lessicale molto basica. Come ben sappiamo questo genere di romanzi è comunque rivolto ad un target di lettori che non si aspetta certo di arricchire la propria cultura nel momento in cui sfoglia le pagine, si sa che il romanzo d’amore è un libro puramente mirato ad emozionare, di certo non a riflettere sui drammi della vita o sui più grandi interrogativi esistenziali. Certo, si affrontano anche temi profondi, ma in maniera molto delicata, si pone l’accento sempre sull’emozione piuttosto che sulla ragione. Quindi quando parlo di stile non mi aspetto nulla di elaborato, ma mi piacerebbe vedere un linguaggio sciolto e disinvolto, che però resti comunque fluente, scorrevole e almeno un minimo articolato.
Bene, direi che ho detto tutto! In sostanza ho un parere piuttosto positivo di questo romanzo, la storia mi ha rapita, da migliorare è lo stile dell’autrice che ho trovato leggermente acerbo, ma niente che non possa migliorare con la pratica e l’impegno. Intanto la materia prima c’è: la passione. Questo romanzo pullula di passione, intesa in tutti i sensi, e quando c’è quella, si è già ad un passo dal successo.
Alessia